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20 Settembre 2018 - 16:33
Nella millenaria civiltà contadina i mulini avevano una caratteristica che li rendeva speciali, quella di essere e non a caso luoghi simbolici di un paese o di una borgata. Dalla loro attività si ottenevano infatti le farine di quelli che oggi usiamo chiamare “cereali poveri” come l’avena e il farro, talvolta il mais, molto più di rado il frumento, attraverso i quali – anche variamente impastati – si ottenevano i prodotti basici dell’alimentazione quotidiana: in tal senso, i mulini non erano solo utili ma fondamentali alla sopravvivenza stessa della comunità.
La storia antica quanto affascinante dei mulini piemontesi verrà raccontata a Lanzo Torinese dalla giovane autrice pinerolese Emanuela Genre che per i tipi della Neos Edizioni ha recentemente dato alle stampe il volume “CHI VA AL MULINO… Acque mulini e mugnai delle valli piemontesi”, 104 pagine con illustrazioni a colori, prezzo di copertina 16.80 euro. Il libro verrà presentato a cura della Biblioteca civica di Lanzo Torinese sabato 22 settembre presso il Salone Atl, in via Umberto I 9 alle ore 17.30. La serata, introdotta dall’assessore alla Cultura Fabrizio Casassa e dal sottoscritto in qualità di Presidente del Consiglio di Biblioteca, sarà preceduta dalla visita – alle ore 16 – di un mulino vero, quello dell’azienda Silmax Spa che può vantare un museo della lavorazione del ferro con una autentica ruota alimentata ad acqua in via Fucine 9, vicino al Santuario della Madonna di Loreto. Alla visita al mulino seguirà anche un rinfresco a base di prodotti tipici lanzesi, gentilmente offerto dall’Amministrazione comunale. I mulini ad acqua, si sa, hanno un fascino del tutto particolare, ed hanno colpito la fantasia di molti scrittori e pittori e ancora oggi il loro potere di suggestione non è diminuito. Le pagine di Emanuela Genre, prendendo in esame un nutrito numero di mulini delle valli piemontesi, va però oltre gli stereotipi e il mito un po’ romantico che ha connotato l’idea di queste strutture. Se ne vuole infatti far conoscere il meccanismo di funzionamento e il piccolo universo che un tempo ruotava loro intorno: la relazione con la rete idrica del territorio, le figure dei mugnai, le normative che li regolavano e la loro importanza sociale, la loro sorte al giorno d’oggi. Emanuela Genre è nata a Pinerolo nel 1987. Ha conseguito la laurea triennale in Scienze Geografiche e Territoriali con una tesi sull’industrializzazione a Perosa Argentina e la laurea magistrale in Antropologia Culturale e Etnologia con una tesi sul mulino di Bobbio Pellice. Collabora con il CeSMAP Centro Studi e Museo d’Arte Preistorica e con il Museo Etnografico di Pinerolo; occasionalmente pubblica articoli su “Riforma - L’Eco delle Valli Valdesi”.
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