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06 Giugno 2018 - 17:40
Il gruppo della Credenza Vinicola 2018 condotta da Francesco Orsolani
Aver 50 anni e non dimostrarli affatto, anzi: ringiovanendo di anno in anno. Sembra uno scherzo oppure il sogno di ognuno di noi ma nel caso della Credenza Vinicola di Caluso e del Canavese questa è la realtà, uno stato di grazia che deriva sia dall’attenta e partecipe gestione effettuata dal Consiglio Direttivo del sodalizio che dall’inserimento anno dopo anno di forze nuove, sempre di prestigio e motivate. Anche quest’anno le neofite Madame della Credenza e nuovi Assennati Credendari sono tutti espressioni del territorio, con esperienze professionali alle spalle non da poco.
Questo si è visto nell’intensa giornata di domenica 3 giugno svoltasi al Castello di Mercenasco, luogo davvero solare circondato da alberi secolari e che ha negli attuali proprietari , in special modo la Contessa Benso la summa della classe ed ospitalità sabaude.
I nuovi insigniti di quest’anno sono: Gabriella Amati, Carolina Ossola, Alessandra Probo, Francesco Meneano, Christian Mossino, Gian Carlo Ponzetti, Dario Quaccia e Diego Giovanni Querio.
La Credenza nacque nel 1968 ed il suo fondatore e deus ex machina fu per tanto tempo il compianto dottor Corrado Gnavi. Il primo Console Credendario, anche egli per tanti anni, fu Giorgio Salvetti, seguito da Diego Lambert ed oggi la Credenza è condotta da Francesco Orsolani . Come però egli ha ricordato alla fine della tornata, la Credenza è quella che è perché il Console ha dei validi aiuti. Tutti danno una mano, ma in modo particolate il Console ha ringraziato Gigi Beanato, Tito Cotta, Didier Pupin e Domenico Tappero Merlo, nomi che nel campo dell’enologia e della comunicazione in Canavese non hanno bisogno di presentazione. Ben cinque erano le confraternite esterne giunte a Mercenasco a portare i loro saluti per questo primo mezzo secolo di vita assieme a diversi sindaci, amministratori locali e l’assessore regionale al lavoro Gianna Pentenero. Un momento molto importante, anzi, due momenti perché strettamente legati, sono stati il conferimento di una borsa di studio ad Enrica Maria Oliveri per una ricerca sull’erbaluce e territorio e la consegna della targa Corrado Gnavi a Martina Lombardi, giovane dottoressa ma con alle spalle grande forza di volontà, impegno e lungimiranza, tanto da farne la tutor di Enrica in merito alla ricerca canavesana. La dottoressa Lombardi così come Enrica, fanno parte dell’Università Cattolica di Milano che ha un grande dipartimento dedicato anche alla viticoltura delle regioni collinari. Anche Domenico Tappero Merlo collabora presso questa Università come docente. Pertanto il pensiero di molti dopo aver sentito l’appassionato discorso di Martina, milanese doc, a favore delle bellezze architettoniche, dei paesaggi e dei prodotti del Canavese è stato il seguente: “Accidenti se una giovane e brillante dottoressa che viene dalla glamour Milano e una Università di prestigio dedica risorse al nostro territorio vuol dire che per davvero vale, … e perché invece i canavesani non lo sanno e continuano a non fare squadra?”
Anche in una bella giornata di festa e quella del mezzo secolo è di sicuro una di quelle da ricordare, gli spunti per pensare e magari ripensare come meglio valorizzare quello che abbiamo, soprattutto di questi tempi non mancano. Metterlo in pratica è un’altra cosa.
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