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27 Aprile 2018 - 12:04
Il sindaco Rozzino con Marco Marocco ed i sindaci Miriam De Ros e Rosanna Giachello durante la lotta alla nona vasca
A quasi un anno di distanza la risposta ufficiale di Città Metropolitana è arrivata. La richiesta di ampliamento della nona vasca della discarica La Torrazza è stata rifiutata. Nessun tipo di rifiuto pericoloso e non pericoloso arriverà più in paese.
Ad annunciarlo, a quasi un anno dall’inizio della sua battaglia, è il sindaco, Massimo Rozzino.
“La comunicazione è arrivata l’altro giorno - spiega orgoglioso -. Sapevamo che la domanda non era stata accolta ma volevamo aspettare di ricevere la risposta scritta prima di poter essere davvero tranquilli. Quello che posso dire è che personalmente sono soddisfatto. Questo significa che una volta esaurita l’ottava vasca, la discarica verrà chiusa”. Un risultato epocale in un periodo in cui non si fa altro che subire la costruzione di nuovi impianti sul territorio che rispetta i dettami che la Regione Piemonte aveva imposto nel 2000, quando aveva dichiarato che con la cella numero 8 l’attività sarebbe dovuta cessare”.
Con il nuovo ampliamento, invece, la cella numero 9 non solo avrebbe occupato una superficie di 32.750 metri quadri ma sarebbe stata grande come tutte le altre otto discariche messe insieme. Per fortuna non è stato così.
Ma l’attività ambientalista del sindaco e della sua amministrazione non si ferma qua.
Qualche settimana fa, ha infatti dato vita ad un progetto che prevede un’indagine faunistica sul territorio, che interessa in modo particolare la zona industriale. Lì, nel 2015, era stata scoperta la presenza di alcuni piccoli anfibi rari. Tritoni crestati, tritoni punteggiati, rospi smeraldini, raganelle italiane e rane di Lessona considerati animali di specie protetta dal Ministero dell’Ambiente e addirittura dall’Unione Europea.
Così, grazie all’aiuto di uno studente universitario di Livorno Ferraris, ha dato il via ad un progetto di indagine per comprendere la distribuzione di questa specie e di tutte le altre specie anfibie che vivono in questi ambienti umidi, per poter avviare, in un prossimo futuro, un progetto di tutela delle zone.
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