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IVREA. Tanti “regalini” nel ricordo di Lucia Guelpa

IVREA. Tanti “regalini” nel ricordo di Lucia Guelpa

Aveva una grande passione per l’arte ed un immenso senso civico. Alla sua morte, avvenuta una decina di anni fa, Lucia Guelpa donò alla città, tutto il suo patrimonio costituito da circa 8 milioni di euro, un grande e signorile appartamento ubicato nel centro storico (che da allora è lì a prender polvere) ed una collezione di opere d’arte di valore immenso.

Tra le sue ultime volontà, un unico impegno da parte di chi amministrava la città: l’utilizzo del lascito per realizzare opere durevoli in ambito culturale.

Bene. Dal 2005, per gestire tutti questi soldi, c’è la Fondazione presieduta, fino a poco tempo fa dal sindaco e oggi nelle mani di Daniele Jallà.

Tra le prime operazioni portate avanti la ristrutturazione e la gestione del Museo civico Garda, durata fino a quando non si è scoperto (mancava un piano di gestione) che tenerlo aperto sarebbe costato oltre 500.000 euro l’anno con un incasso previsto di circa 12.000 euro.

Un passo avanti e uno indietro, con la decisione di non utilizzare più il capitale, di depositarlo in un conto vincolato in Banca Etica e utilizzare solo gli interessi in maniera “dignitosa e non speculativa”, con la certezza che quei soldi sarebbero stati prestati per progetti a favore del sociale, delle energie rinnovabili e dello sviluppo nei paesi poveri.

In verità le cose sono andate decisamente in maniera diversa. Prendiamo il 2016. Quanti soldi sono stati “regalati” dalla Fondazione è scritto nero su bianco nel bilancio pubblicato sul sito internet. Ed è un elenco di associazioni lungo come la quaresima: Apap (1.500 euro), Turismo natura (1.000 euro), Ecomuseo Anfiteatro (3 mila),  Forum (2 mila), Gessetti colorati (2 mila), Il testimone ai testimoni (10 mila), Il Timbro (12 mila), Intercultura (5 mila), Kite (10 mila), Liberi di scegliere (38 mila), Miscela (4 mila), Music Studio (15 mila), Organalia (5 mila), Rosse Torri (13 mila),  Tecnologia e filosofia (2 mile e 500), TerraTerra (2 mila), Università di Torino (10 mila). Insomma un vero e proprio bancomat per oliare tutti gli ingranaggi. Una “schifezza” considerando che Guelpa tutto avrebbe voluto tranne che questo. S’aggiunge che gestire il “bancomat” ha anche un costo, che per il 2017 si prevede di 97 mila euro,  lievitato rispetto all’anno precendente in seguito all’assunzione di un segretario generale da aggiungersi a due dipendenti part-time.

E nel 2017, giusto per rimanere allineati, si prevedono altri 100 mila euro per il Museo Garda, 50 mila per la candidatura Unesco  e 50 mila per il Polo culturale di piazza Ottinetti che peraltro e per il momento è bloccato con le quattro frecce...

Insomma ce n’è una zuppa per 400 mila euro sonanti. Non saran tanti, ma neanche pochi, sufficienti, ci verrebbe quasi da dire, per dei veri investimenti...

l.l.m.

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