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23 Novembre 2017 - 11:07
carabinieri (foto d'archivio)
Da mesi, nei boschi e nelle zone periferiche di Borgaro, Caselle, Leini e Mappano - e a volte Torino - erano stati ritrovati pezzi di auto, come sedili, paraurti, cerchioni. Ma anche fusti di olii esausti e parti meccaniche.
Di qui l’indagine da parte dei carabinieri di Leini, coordinata dal maresciallo Ivan Pira, che nei giorni scorsi sono riusciti a indagare sette carrozzieri del Basso Canavese. Per loro l’ipotesi di reato è “violazione delle regole sulla gestione dei rifiuti speciali”.
Indagine che ha avuto una accelerazione dopo le denunce di una settimana fa da parte della municipale di Torino dopo il blitz al Suk, il famoso mercato torinese, del febbraio scorso, che ha permesso di scoprire quattro siti di stoccaggio nell’area nord della città, con migliaia di batterie, pneumatici, parti di motore ammassate.
I militari leinicesi hanno così iniziato a controllare tutte le carrozzerie di zona, con l’ausilio dei tecnici dell’Arpa, facendo scattare denunce a raffica nei riguardi dei titolari per “mancata ottemperanza alle prescrizioni imposte sulla gestione di rifiuti speciali”, dopo aver riscontrato gravi irregolarità nello stoccaggio e nello smaltimento dei rifiuti speciali.
Durante i controlli, è stata sequestrata tutta la documentazione relativa alla demolizione e radiazione dei veicoli.
Ma l’indagine non è finita qui, perché i militari stanno ora passando alla “seconda fase”, ovvero al controllo delle telecamere di videosorveglianza della zona, per cercare di trovare dettagli, come auto o persone, che possano anche portare alla luce chi, materialmente, abbia gettato le parti dei motori nei boschi e nelle campagne di zona.
Non solo. Gli inquirenti vogliono anche capire se davvero le vecchie auto, o quelle incidentate, siano effettivamente state demolite o se le parti siano state rivendute a terzi.
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