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16 Novembre 2017 - 08:51
Don Paolo
Sono passati più o meno 17 anni da quando, l’allora Provincia di Torino autorizzò, inaspettatamente, una discarica di car-fluff in frazione Mezzi Po. Un posto in cui smaltire quel che di un’automobile non si può riciclare, fondere o distruggere. Resti di sedili di gommapiuma e imbottiture impregnati, intrisi, imbevuti di olio, benzina, gasolio. Una vasca da 350 mila metri cubi, collegata ad un frantoio, costruito in zona Cebrosa, per sminuzzare, tritare e fare a pezzettini automobili vecchie, quindi recuperare il ferro e farlo rinascere. Insomma, un progetto per l’ambiente. Niente da dire - e davvero in pochi lo fecero - sugli obiettivi finali, ancor più che tutti ci avrebbero guadagnato qualcosa. Tutti tranne gli abitanti della piccola frazione.
A quei 350 mila se ne aggiunsero altri 60 mila qualche anno più tardi e poi ulteriori altri piccoli rimodellamenti (piccoli si fa per dire), uno dietro l’altro, fino a sfiorare l’odierna volumetria di circa 570 mila metri cubi.
Un’autorizzazione per cinque anni, si disse e, invece, come sempre capita quando si ha a che fare con gli impianti di smaltimento siamo ancora qui a parlarne.
Sempre di più nei prossimi giorni, in giunta e in consiglio comunale, non foss’altro che sul tavolo del sindaco Fabrizio Puppo è atterrato, come un ufo, l’ennesimo progetto di ampliamento presentato da Crs (Centro recupero e Servizi), società della multinazionale francese Derichebourg.
Ce ne sarebbe per altri 100 mila metri cubi, che mal contati - e davvero non sapremmo come iniziare a contarli - farebbero qualcosa come un impianto di quasi un milione di metri cubi di rifiuti speciali, quindi pericolosi, molto pericolosi.
Lo sanno bene gli abitanti di Mezzi Po. Lo sa bene Don Paolo Mignani, 68 anni, origini contadine, poi prete operaio in un azienda di raccolta rifiuti. Barba grigia, mani grandi, contro la discarica ne ha pensate, dette e fatte di tutti i colori, sia sul pulpito della sua parrocchia di San Guglielmo Abate, sia in strada.
Da sempre preoccupato per la salute dei suoi parrocchiani, ma anche dei contadini che nei paraggi, coltivano la terra e allevano mucche, vitelli, polli e galline, nello scorso maggio organizzò un momento di prehiera proprio davanti ai cancelli.
Anche questa volta salirà sulle barricate. “Giovedì, intorno alle 10, arriva il vescovo Nosiglia - ci dice - Andremo a trovare gli agricoltori e torneremo a preghare davanti a quei cancelli...”
L’appello è evidentemente rivolto a tutti coloro che hanno a cuore la natura, l’ambiente, la salute e “il creato, come suggerisce Papa Francesco nella sua enciclica Laudato sii”.
Stando alle informazioni raccolte, il progetto di ampliamento arriva oggi, non foss’altro che l’autorizzazione a smaltire, proroghe dopo prorocghe, scadrà alla fine di quest’anno.
“Si era detto che la Crs era ormai alla fine, ma i camion hanno continuato ad entrare e a uscire. - ricorda bene Don Paolo - E poi dove vogliono ampliarsi che non c’è spazio? Ai confini c’è una ferrovia, c’è una cascina. Ma lo sanno che quella era una zona agricola di Tipo A ed è poi stata declassata per consentire la discarica? Comunque, se le cose stanno così allora io dico che dobbiamo ritornare a farci sentire e lo faremo tornando a pregare. In fin dei conti che cosa c’è di più rivoluzionario di un Dio che predica la bontà e il rispetto degli altri e del mondo? Cosa c’è di più forte e più intenso?”.
Il dito è puntato sulle falde acquifere ma anche sul vento e le polveri di fluff. “Si depositano sull’erba che le mucche mangeranno - commenta Don Paolo - E quelle mucche produrranno latte che noi mangeremo. Tutto questo è contro Dio, e contro la sua più grande opera, il Creato...”.
Detto tutto questo, quel che adesso Don Paolo spera è che il sindaco si faccia sentire e lo faccia anche in fretta.
“Se il sindaco ha delle novità deve avere il coraggio di venircele a dire - s’infervora, lancia accusa e scuote la testa Don Paolo - Sarebbe scorretto se non lo facesse. Poi capisco che a Settimo ci sia un potere oscuro che muove le cose. La verità l’aveva detta il consigliere comunale Alessandro Svaluto Ferro, che infatti si è dimesso.
A Settimo pensano solo ai grossi debiti che hanno. Sono solo capaci di cementificare e costruire outlet del lusso, inno al consumismo. Tutto ruota intorno ai soldi. Anche intorno al Fenoglio ne girano tanti ma con poca chiarezza... Ecco forse, sono andato fuori tema...”
La verità è che questa volta, la politica, tutta sta gran voglia di dire di “Sì” non ce l’ha affatto. I dubbi stanno venendo fuori peraltro proprio tra le file di quella maggioranza, che da qualche tempoa questa parte si sente libera di dire quel che pensa, senza tanti vincoli e lacciuoli. “Stiamo preparando una mozione - ci anticipa Matteo Cantamessa di Mdp - Vogliamo che il sindaco si impegni, davanti all’intero consiglio comunale, a dire no. Dobbiamo dire no e dobbiamo obbligarli a fare la bonifica del sito. Il problema occupazione lo si può anche risolvere costruendo la discarica da un’altra parte..”.
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