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SETTIMO. “Ma abbiamo una banca? Forse no! Mancava, infatti, il numero legale!

SETTIMO. “Ma abbiamo una banca? Forse no! Mancava, infatti, il numero legale!

Luca Rivoira

Il Pd una banca ce l’ha? Forse no. E’, infatti, giallo (dei più profondi ahìnoi) sull’approvazione o meno della delibera sui Pir (piani individuali di risparmio), griffati Luca Rivoira, e portati in consiglio comunale due settimane fa, con tanto di elogio agli istituti di credino “vicino” agli interessi delle piccole e medie imprese. Che sarà anche una cosa mai vista e sentita prima, ma a Rivoira i Pir glieli ha raccontati un amico e tanto dovrebbe bastare.

In poche parole dei nuovi fondi di investimento per finanziare tutte quelle ragioni sociali che non sono quotate in borsa e, di fatto, allo stato attuale, non hanno facilità di accesso al credito. Una proposta, da votare in consiglio e poi da portare all’attenzione del Ministro Padoan, non certo con i piccioni viaggiatori. Insomma, una roba da assembla degli azionisti di una qualsiasi Cassa di risparmio. Incredibile da raccontare, considerando che la politica quando si è occupata di finanza è sempre e solo stato perchè s’era fatta beccare con le mani nella marmellata.

Una delibera, quindi, da bocciare a occhi chiusi e nessuno, anche in consiglio, tolto il Pd che la promuoveva, ha avuto un dubbio che fosse uno.

Prima e dopo la conta però, le sorprese non sono mancate. E si sono contate 12 mani alzate e 12 presenze in aula, compreso il sindaco Fabrizio Puppo.Troppo pochi, considerando che l’assise è composta da 25 persone, per dire che si fosse raggiunto il numero legale. Troppo pochi per tutti ma non per il capogruppo Daniele Volpatto pronto a sventolare, fors’anche a sè medesimo, una frase bell-e-fatta, di circostanza. “Una maggioranza c’è...”.

Qualcosa di più si è capito il giorno dopo, quando si è scoperto che nel calcolo del segretario (vai a capire come mai), era stata data per presente pure il consigliere comunale Franca Levato e con lei si sarebbe saliti a 13 presenti e 12 voti a favore.

“Io avevo tolto la tessera - dice oggi - A questo giochetto non ci sto e infatti ho subito chiesto alla segretaria comunale di non essere considerata. Lo confermo. Lo ribadisco e ho fatto una dichiarazione scritta. ..”. Finita qui? Neanche per idea. Da giorni, tra le file del Pd e tra quelle dell’Mdp, in tanti si sono messi a cercare sentenze in cui si sostiene che 12 su 25 sarebbe più che sufficiente per dire che il numero legale c’era o l’esatto contrario. Asserire l’una o l’altra cosa e riportarlo nero su bianco in delibera significherà molto soprattutto per quegli orfani del Pd assetati di riscatto e bramosi di dimostrare al mondo che son capaci di camminare da soli e con le proprie gambe. E sarà anche così, ma proprio con un a delibera delle balle come quella sui “pir” dovevano cominciare?

“A parte questa vicenda - alza i toni il consigliere comunale Arnaldo Cirillo - Non riusciamo più a capire se ci sono o se ci fanno.... Tra Mdp e Pd ci sono delle distanze oramai incolmabili. Questo è il valzer della politica... Staremo tranquilli fino a dopo le elezioni, poi vedremo il da farsi...”

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