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SETTIMO. Quando suonavano i Melody e l’estate era poesia sotto la luna

SETTIMO. Quando suonavano i Melody e l’estate era poesia sotto la luna

Piero Aragno era un galatuomo. Se n’è andato nel letto di casa sua, circondato dall’affetto dei suoi cari, alle 17,30 di mercoledì 1° novembre, a causa di complicazioni derivate da una malattia degenerativa. Aveva 89 anni. Classe 1928, portava quasi sempre la cravatta e d’estate le magliette a polo: era una persona distinta, colta. Un galantuomo. Era una memoria storica di Settimo. Amava la sua città: l’ha vista cambiare, crescere, ha vissuto tutto ciò che era settimese, dagli anni Quaranta della guerra fino a questi nostri tempi. Ex imprenditore, molto attivo tra le associazioni, aveva un passato da batterista nei Melody, un gruppo che andava in voga a Settimo negli anni Cinquanta. Il cantante era Piero Graglia, un mito dell’epoca che fece perdere le sue tracce dopo aver fatto sognare le coppie della città e dopo aver cantato ai microfoni radiofonici della Rai con Nilla Pizzi, quando ancora non c’era la Tv. I Melody furono i pionieri dello swing, una rarità a quell’epoca “Ad una certa ora, Pierino Graglia ci faceva cenno di abbassare le luci: era il suo segnale per far partire i lenti – raccontava Aragno – . Con un gesto chiamava a sé la luna, con la mano, cantando Paris La Nuit. Le coppie andavano in estasi e si innamoravano. Era la nostra estate”. Era poesia. Ma Piero Aragno aveva anche un carattere deciso. Non tollerava la superficialità ed il pressapochismo e le sue argute osservazioni non risparmiavano nessuno. Desiderava che le cose per la sua città venissero fatte bene.

I libri che ha firmato sono custoditi nella biblioteca Archimede. La sua scrittura era limpida e immediata. Conosceva tutto della sua città e questo ha permesso di salvare le memorie dall’incedere del tempo, come ad esempio, l’affascinante storia del tenore settimese Antonio Sosso, contenuta nel libro “Recòndite Armonie” scritto da Piero Capriolo e promosso dagli Amici della Musica. Fu proprio Piero Aragno a ricostruire i tratti salienti della vita del cantante lirico nostrano.

Il suo impegno è stato premiato nel 2011 dalla Presidenza del Consiglio comunale, da Silverio Benedetto e dal sindaco Aldo Corgiat, in occasione del 150° anniversario dell’Unità d’Italia. Durante quella serata, eravamo seduti vicini. Lui era tra i maggiori protagonisti. Andò a ritirare la sua pergamena e ritornò a sedersi. Sorridendo di gusto, tra gli applausi, mi disse sottovoce: “A l’è propi na roba ‘d pais”. Proprio una roba da paese. Ma era contento e si vedeva. Era giusto premiarlo insieme a tanti altri settimesi, appassionati della propria città. Settimo sentirà la sua mancanza. Farò tesoro di una sua frase. Mi disse: “Quando si comincia un lungo cammino, bisogna avere un sacco leggero sulle spalle. Così, quando si incontrano gli ostacoli, si scavalcano più in fretta”. Tradotto: non caricarsi di debiti o di aspettative esagerate. Saggezza buona per ogni tempo.

Ai suoi funerali celebrati venerdì 3 novembre, alle 14,30, il duomo di San Pietro in Vincoli era gremito di persone per l’ultimo saluto al Settimese. Piero Aragno lascia la moglie Natalina, la figlia Monica con Umberto e le adorate nipoti Benedetta e Camilla.

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