AGGIORNAMENTI
Cerca
20 Ottobre 2017 - 11:06
Sabato scorso, Augusto Vino, il “professore”, ha chiesto fino all’ultimo (eccome se lo ha fatto), un congresso unitario. Niente da fare! I “balluriani” non han voluto sentire ragioni. E così, con 157 voti, Luca Spitale, 38 anni, titolare dell’Agenzia “Affitti e affini”, è il nuovo segretario cittadino del Partito Democratico e Vino, 62 anni, candidato dell’ultima ora, non ce l’ha fatta. Troppo poche quelle 108 schede che indicavano il suo nome. E probabilmente nulla avrebbero potuto le 4 bianche e quelle altre 6 nulle per cambiare un risultato che era già scritto nei pronostici, nonostante una platea di 370 aventi diritto al voto, sufficientemente ampia per riservare sorprese e imboscate.
Ed è una vittoria che porta con sè dei ragionamenti, se vogliamo anche incredibili, considerando che Vino era praticamente appoggiato da tutta la giunta, a cominciare dal sindaco.
Delle due l’una. O, in verità, ad una certa parte del partito non glien’è mai importato nulla e gli importa solo oggi con le elezioni ormai alle porte (e quindi ben gli sta), o effettivamente, gran parte degli amministratori pubblici, a cominciare proprio da Della Pepa, han perso di credibilità.
“Un congresso epocale - sprizza gioia da tutti i pori Luca Spitale - E’ vero! Contro di me tutta la giunta, ma il Pd è una comunità meravigliosa capace anche di eleggere il signor nessun. Poi è vero che con gli orlandiani, ci sono più cose che ci uniscono rispetto a quelle che ci dividono e anche che Augusto Vino lo stimavo prima e lo stimo ancora di più oggi. Quello che non avrei mai fatto e che non farò mai è dichiarare, come avrebbero preteso per andare uniti, la non autosufficienza del Pd. Sarebbe stata una sconfitta. Io penso che il Pd debba esprimere il proprio candidato e immediatamente dopo stringere rapporti con chi vorrà impegnarsi alla stesura di un programma condiviso...”.
Soddisfatto - e non par vero - anche Augusto Vino.
“Intanto - ci dice - ringrazio quelle 275 persone che sono venute a votare. Questa cosa qui è capace di farla solo il Pd. Altro che qualche click su internet. E’ il Pd l’unica esperienza di democrazia vera. Per il resto ha vinto Spitale e io ho perso, ma in politica i margini di discussione non finiscono mai e proveremo a trovare un’intesa sul senso da dare alle Primarie, in un clima di competizione, franca, onesta e corretta. Realisticamente non avremmo potuto fare meglio e ognuno legga questo risultato come vuole. Quel che posso aggiungere è che il congresso non era un referendum pro o contro Ballurio, pro o contro il sindaco. Non si può ricondurre tutto solo a questo...”.
E se Alberto Avetta applaude ad un segretario che “saprà interpretare al meglio un’istanza di innovazione e rinnovamento valorizzando il contributo di tutti “a cominciare da Augusto Vino”, Enrico Capirone, seduto tra le file degli sconfitti, rimanda il confronto alla prima direzione. “Abbiamo portato avanti la nostra posizione - ammette - Geneticamente faccio fatica a sentirmi minoranza dentro un partito. Dirò quel che penso”.
E si va dallo sconforto di Luigi Sergio Ricca (“Il dibattito non è servito a nulla. Vedremo se Spitale avrà davvero dei margini di autonomia”) alle “speranze” del sindaco Carlo Della Pepa (“Siccome Spitale è una persona un po’ nuova, dò la mia disponibilità a farlo entrare nelle dinamiche politiche e amministrative....”) passando, da Andrea Benedino, che per giorni e giorni, è andato su e giù, cercando, inutilmente di costruire un congresso unitario.
“Adesso - sintetizza - per lavorare all’unità del Pd dovremmo metterci un po’ più di impegno... Esiste un segretario e spero che terrà in considerazione i contributi che arriveranno da chi rappresenta il 40%. Io continuo a credere sia più importante costruire una coalizione e poi affrontare le primarie di coalizione, Spitale ha affermato che il Pd deve lavorare per avere un suo candidato alla guida della città. Sarebbe auspicabile che il Pd non si ritrovi da solo. Sarebbe una sconfitta, chiunque sia questo candidato....”.
E come arrivare ad un candidato della società civile, Benedino già lo sa. Ha letto lo statuto (“Si raccolgono firme tra i cittadini, più o meno 750...”) e ha in mente quel che già successe con Valentino Castellani a Torino.
“Non è importante di che colore è il gatto ma se prende il topo - annuisce - L’obiettivo è individuare un candidato che ci fa vincere. Il limite di Elisabetta Ballurio è che sta dividendo fortemente il campo da cui proviene...”.
E quindi “primarie allargate”, con delle regole da rispettare, prima, durante e soprattutto dopo.
Regole, insomma, una dietro l’altra. Compresa quella con cui il Pd invita tutti gli amministratori pubblici a versare il 10 % dell’indennità alle casse del partito.
Bene... Cosa ti va a scoprire Fabrizio Dulla, durante la convalida delle liste. Che, guarda un po’, la candidata, nonchè assessore, Giovanna Codato, di euro non ne ha mai versato uno che sia uno, pur essendo iscritta da almeno un paio di anni. “Io sono stufo di gente così....” si è messo a urlare (e non riportiamo proprio tutto) facendosi sentire finanche in strada.
Un discorso, tra Dulla e Benedino, neanche poi tanto da ridere, che si è allargato ad altro, facendo vivere a tutti alcuni tra i momenti più concitati della giornata. Nel mirino dei “balluriani” anche Luigi Sergio Ricca e Giovanna Strobbia, che bontà loro, però, hanno la doppia tessera, del Pd e pure dei socialisti.
Diciamo che non si è andati oltre, ma è sicuro che ci si ritornerà, perchè l’aria, checchè se ne dica, da queste parti, continua ad essere pesante. Lo è stata, prima, dopo e durante il dibattito, con gli assoli di Aldo Gandolfi su Ballurio (“Ritiri la candidatura”) e di Giorgio Panettoni all’Amministrazione comunale (“Faremo, faremo, faremo e poi non facciamo mai...”).
Lo è stata con le critiche a Stefano Strobbia, portato a votare dalla badante in carrozzella e con in tasca una deroga perchè gli tenessela mano.
Lo è stata, infine, nelle telefonate del dopo congresso di Mimmo Carretta, prossimo segretario provinciale, avvisato che in 88, perlopiù elettori di Vino, non lo avevano votato e si votava anche per lui. Chi ha fatto la spia? Massì! Chi se ne frega. Si saran confusi... Di sicuro non ci si può venire a dire, come han fatto Benedino e Vino che questo non fosse il congresso pro o contro Ballurio. O che in questo congresso non si siano dati i voti alla giunta, peraltro col peso specifico di un partito che sta governando. Infine che l’ideale per il Pd sarebbe fare un accordo con l’Mdp, creato da due che sono appena fuoriusciti dal Pd. Insomma, sarà anche vero che i “Millenial”, (so’ ragazzzi) vorrebbero spostare il partito un po’ più al centro, ma i vecchi, davvero non si capisce perchè pensino che i giovani possano essere portati a spasso come la Bela Maria.
Edicola digitale
I più letti
LA VOCE DEL CANAVESE
Reg. Tribunale di Torino n. 57 del 22/05/2007. Direttore responsabile: Liborio La Mattina. Proprietà LA VOCE SOCIETA’ COOPERATIVA. P.IVA 09594480015. Redazione: via Torino, 47 – 10034 – Chivasso (To). Tel. 0115367550 Cell. 3474431187
La società percepisce i contributi di cui al decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70 e della Legge Regione Piemonte n. 18 del 25/06/2008. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del medesimo decreto legislativo
Testi e foto qui pubblicati sono proprietà de LA VOCE DEL CANAVESE tutti i diritti sono riservati. L’utilizzo dei testi e delle foto on line è, senza autorizzazione scritta, vietato (legge 633/1941).
LA VOCE DEL CANAVESE ha aderito tramite la File (Federazione Italiana Liberi Editori) allo IAP – Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria, accettando il Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale.