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20 Ottobre 2017 - 09:29
Nella città della Reggia, gli immobili confiscati alle mafie e alla criminalità organizzata sono cinque.
Di questi, tre sono appartamenti e sono collocati in via XI Febbraio e via Amati nel quartiere di Altessano, e via Zulian, nella zona periferica vicina a via Stefanat. Un altro immobile è situato in via Toscanini, nel quartiere del Salvo d’Acquisto. E poi c’è l’esercizio commercianle in piazza Cavour, nel rione di Altessano.
Al momento, però, nessuno dei beni è già di proprietà comunale: “I beni non sono ancora nostri, ma abbiamo avviato la procedura per l’acquisizione. Sarà rispettato il vincolo che siano poi utilizzati dall’amministrazione comunale con finalità di natura sociale, come l’emergenza abitativa per genitori separati, donne vittime di violenza e famiglie in stato di disagio, disabili e persone anziane sole”, tiene a precisare il primo cittadino di Venaria, Roberto Falcone.
Eppure, nonostante siano argomenti molto vicini ai 5 Stelle, la Reale non parteciperà al bando per mancanza di tempo.
“In trenta giorni - prosegue Falcone - non riusciamo a realizzare un progetto che possa permettere di ottenere le risorse dalla Regione stessa. L’auspicio è che questo progetto possa essere riproposto il prossimo anno, magari con una somma erogata dall’Ente superiore a quella attuale, visto che allo stato attuale è davvero irrisoria e i beni confiscati sono davvero molti e, quasi certamente, altri se ne aggiungeranno nel medio periodo”.
Sarà, ma il non partecipare ad un bando, di cui si era a conoscenza già nel mese di luglio - lo aveva annunciato la Commissione per la promozione della Legalità del presidente Giorgio Bertola, che è esponente del Movimento 5 Stelle, come l’amministrazione venariese - è una piccola sconfitta.
Anche perché Venaria, negli ultimi anni, è stata colpita più volte da inchieste riguardanti infiltrazioni della ‘ndrangheta in città. Come le inchieste San Michele e Big Bang. Ma anche atti intimidatori di matrice mafiosa. Sicuramente c’è tempo. Così come c’è tempo per aderire ad “Avviso Pubblico” e non limitarsi solo a mettere uno striscione “pro” Nino Di Matteo sulla facciata di Palazzo Civico.
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