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16 Ottobre 2017 - 11:23
L’appello è del mitico Toni Ziliotto. Non è il primo e, c’è da giurarci, non sara neppure l’ultimo.
“Apprendo con rammarico - scrive sul suo profilo Facebook - che il Sindaco non intende fare alcunché per la messa in sicurezza delle mura cittadine, quelle stesse da cui quest’estate è rotolato giù un masso di oltre un quintale. E questo in barba all’ingiunzione della Soprintendenza di Torino del 20 Luglio 2012 affinché si operasse una manutenzione straordinaria ...”.
Nato ad Albenga e cresciuto a Ivrea, Ziliotto, ex Direttore della Scuola Meccanica Agraria dell’Istituto Ubertini di Caluso e per lungo tempo in giro per il mondo a occuparsi di programmi rurali, dalla pensione in avanti, altro non s’è messo a coltivare che le sue passioni per la storia e per la scrittura. Suoi una lunga serie di libri. “Piccola Ivrea segreta” è del 1987. Seguono “Qui sauvera le paysan africain?”, “Per una reale partecipazione dei rurali poveri”, “Piccole storie del mio paese”, “Giuanin, l’America e l’amore”, “Nuove storie”, “Uccidete il sognatore” e, infine, “Una cavolata al giorno... Piccolo prontuario per difendersi dai Radical Chic”
E oggi? Oggi, le domande Ziliotto se le fa sulle mura che cascano giù. E sono - diciamocelo francamente - interrogativi abbastanza imbarazzanti, per chi avrebbe titolo per rispondere...
“E se accadesse di giorno? - commenta - E se il masso fosse talmente pesante da attraversare via Circonvallazione mentre passano le auto?”.
Ma non basta ancora.
“Le nostre povere mura - dice e scrive - hanno giá subito l’offesa di un concorso costato migliaia di euro per la costruzione di ascensori esterni. Spendendo poco di più si sarebbero potute collocare reti di contenimento soprattutto nel tratto più scosceso, cioè scendendo da via Circonvallazione, tra la fine del giardinetto Avis e il posteggio...”
Ziliotto evoca anche la vecchia proposta di collegamento tra la piazza del mercato e la città alta, cioè il ripristino dell’antica Porta Bosone. “Questa soluzione - sottolinea - avrebbe rispettato la storia e l’ambiente ma la giunta, infervorata dall’abominevole progetto degli ascensori, non l’ha nemmeno considerata. Anzi, è stato piantato appositamente un boschetto per occultarla...”.
Già lo scorso anno, ad ottobre, Ziliotto, aveva imbastito una protesta, ahìlui, senza portare a casa praticamente nulla.
Epperò continua a crederci.
Continua a credere cioè che l’Amministrazione comunale debba lavorare per riaprire quella porta.
Ha in mano un’antica stampa del Bagetti sulla presa di Ivrea da parte dei Francesi di Napoleone, avvenuta il 21 maggio 1800.
“Gli assalitori – commenta – arrivano dal basso percorrendo un sentiero accanto alla palude (all’epoca chiamata Lago di Città) poi girano verso una staccionata e qui si scontrano con la prima linea di difesa dei Piemontesi mentre dall’alto delle mura i nostri fucilieri cercano di fermarli invano. Ma da dove passano i Francesi per entrare in Ivrea? Alcuni storici hanno parlato di Porta Aosta o Porta Vercelli ma da lì non si arriva a nessuna delle due. E allora? Allora non resta che la nostra cara Porta...”.
E Ziliotto è lì, proprio come gli eporediesi di un tempo, pronto ad andare in battaglia, anche alle prossime elezioni tanto da consigliare di non votare chi rappresenterà la continuità con questa amministrazione comunale perchè “saranno anche rispettabili, ma troppo vincolati alle scelte dell’attuale giunta...”.
Ne ha per tutti anche a chi gli ricorda che le mura sono della Curia.
“E’ vero - risponde - tuttavia buona parte delle piante che provocano la caduta delle pietre sono al confine del suolo pubblico o all’interno di esso ma le loro radici vanno dove vogliono. Per le piante che crescono direttamente sulle Mura, forse che il Comune non se ne deve occupare? Se cadessero tegole in via Palestro, potrebbe il Comune disinteressarsi perchè cadono da tetti privati?”
E proprio per questo nel 2012 la Sopraintendenza aveva inviato un’ingiunzione sia alla Curia che al Comune.
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