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12 Ottobre 2017 - 10:20
“E’ ora di far scendere la febbre, di fermarci un attimo e di incontrarci a un tavolo delle trattative senza più vederci come nemici...”. Così Daniele Volpatto, autorevole esponente del Partito Democratico, nonchè capogruppo in consiglio comunale, la scorsa settimana, sulle pagine de “La Nuova Periferia”.
Al centro del dibattito i rapporti con gli ex colleghi di Articolo Uno, che siedono in giunta e pure tra le fila della maggioranza.
E meglio - o forse peggio - Volpatto non poteva fare, in vista del congresso del 21 ottobre, che per inciso, essendo stata decisa la linea unitaria, altro non farà che confermare Chiara Gaiola alla guida della segreteria cittadina.
Non la pensa proprio così, l’ex assessore Caterina Greco, renziana della prima ora. E Greco per chi non la conoscesse è una che le cose non le manda certo a dire. Le dice in faccia, punto e basta.
“Il posto per decidere quale linea tenere con i compagni di Articolo Uno è il Congresso - sentenzia - E’ lì che si dovranno decidere le strategie che vogliamo mettere in campo nei prossimi anni. Nel frattempo, il mio consiglio è che se proprio dobbiamo occuparci di qualcosa sarebbe meglio che ci occupassimo del Pd, indipendemente da chi sono o chi saranno i nostri alleati.... Aggiungo che non so, ma lo verificheremo, se l’idea di tendere una mano a Mdp sia giusta. A Roma stanno uscendo dalla maggioranza e non hanno approvato il Def....”.
Insomma di ipotesi tante, ma parecchio confuse e non potrebbe essere altrimenti.
“Infatti stiamo discutendo del nulla - aggiunge Greco - Il Pd dovrebbe evitare i conflitti strumentali e occuparsi delle cose importanti. C’è un congresso provinciale. C’è la città metropolitana. Parliamo di temi concreti: immigrazione, disagio, ambiente...”.
Che sono tutte cose buone a riempire una bocca, ma poi si scontrano con l’agire quotidiano e con la più classica delle contrapposizioni. Giovani contro anziani, vecchio e nuovo, tradizione e innovazione...
E il ricordo di Greco va a qualche anno.... “Si era deciso - ci dice - di rinnovare il partito dando spazio ai giovani. A me sembra che in tutto questo ambaradam non ci sia più una seria volontà di costruire una nuova classe dirigente. Non è solo una questione di date anagrafiche. C’è che bisognerebbe creare le condizioni e non lo si sta facendo...”.
Che in verità, o il giovane l’autorevolezza necessaria per prendere il posto di chi l’ha preceduto ce l’ha o davvero non si capisce perchè mai qualcuno glielo dovrebbe lasciare...
“Questo è uno schema vecchio... Una roba di 20, 30 anni fa...” ribatte la “pasionaria”.
E Renzi? Renzi non è l’esempio di uno che il governo delle cose se lo è andato a prendere, fuori e dentro al partito?
Già! Renzi! Tutto si può dire fuorchè si tratti di una cosa vecchia.
“In parte sì - corregge il tiro Greco - Ma ci va coraggio per andarselo a prendere e oggi è ancora più difficile. Fare politica è difficile. E’ faticosissimo se devi contrastare 10 mila missili e 10 mila ostacoli. C’è chi si diverte, chi soffre e chi non ci sta a fare questo tipo di politica. E’ tutto condizionato...”.
E si ricomincia dalle dichiarazioni di Daniele Volpatto.
“Se la domanda è cosa si è disponibili a fare per vincere le elezioni del 2019 io dico la mia e non sono certo una che vuole porgere l’altra guancia. La guerra l’hanno cominciata loro, quelli di Mdp. E poi la strategia non la fa Volpatto o Gaiola, o Piastra o Ghisaura. E’ finito il tempo in cui erano in tre a decidere. C’è un partito e ci sono degli organismi. Infine c’è il congresso che detterà una linea programmatica vera, sennò tanto vale farlo. In linea di massima posso condividere che si facciano degli incontri bilaterali, ma il problema principale oggi è capire come ci arriviamo alle prossime elezioni. Partiamo da questo...”
Oppure si può partire dal Dup, il Documento Unico di Programmazione, approvata in maniera compatta e unitaria da tutti i consiglieri comunali della maggioranza. Se non è questa la prova provata della totale condivisione delle scelte, ci dica il Pd, che cos’è...
“Il Dup non è tutto, dura tre anni - spiega Greco - Ci sono cose che condizionano anche per decenni....”:
Ed è un monito che ci sembra di ricordare...
Massì. Blader Runner, nel film diretto da Ridley Scott. Dal monologo dell’androide Roy Batty, “Ho visto cose che voi umani” modificato in “Ci sono cose voi umani”... E il rischio che il congresso del Pd si trasformi in un “monologo”, in un dialogo tra sordomuti, evidentemente un po’ c’è.
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