Proteste, lunedì scorso, in consiglio comunale a Ivrea, intorno alle due mozioni sul pirogassificatore di Borgofranco d’Ivrea presentate una dal Pd e l’altra da due esponenti della minoranza Fracesco Comotto e Pierre Blasotta (quest’ultimo del Movimento 5 stelle). Neanche a dirlo, la mozione del PD - a dire il vero molto all’acqua di rosa - è passata a colpi di maggioranza, la seconda che chiedeva espressamente un “no” è invece morta seppellita da un dibattito al quale hanno portato acqua anche i rappresentanti del centrodestra. “Conosco il sindaco di Borgofranco e lo stimo” ha inforcato Tommaso Gilardini del Pdl, facendo intendere, tra le altre cose, che Ivrea dovrebbe occuparsi dei fatti propri e non lasciarsi coinvolgere in questioni di altri Comuni… Più nebuloso Fabrizio Dulla capogruppo del Pd. Ha insistito sulle competenze provinciali e, pur puntando il dito su norme e strumenti definiti inadeguati, non se l’è sentita di andare oltre. Insomma la classica ricetta cerchiobottista. Un colpo di là per non indispettire la Provincia, un colpo di qua per non far arrabbiare quelli del Pd (che in altri comuni sullo stesso ordine del giorno ci si sono sdraiati sopra) e, infine, un colpo al centro con lo stesso segretario cittadino che sulla Sentinella del Canavese del 30 ottobre 2013, aveva sottolineato la necessità di prendere una posizione chiara, senza tentennamenti tenendo conto delle istanze dei cittadini. A Dulla evidentemente i suggerimenti del segretario di partito sono entrati da un orecchio e usciti dall’altro. A lui come alla consigliera Erma Restivo che, presa la parola, ha cominciato ad arrampicarsi come un gatto, insistendo sulle regole e le competenze finendo con l’essere facile preda dei contestatori presenti in aula. “Otto comuni hanno già approvato questo ordine del giorno. Se siamo qui è perchè ce lo ha chiesto l’assessore provinciale Ronco. Ha detto che si adeguerà alle decisioni dei Comuni....”, ha pungolato Blasotta. Più sarcastico Comotto. Rivolgendosi al Pd li ha fatti dventare piccoli piccoli: “Da che parte state? Dalla parte dei cittadini o dei privati. Avete scritto una mozione con un linguaggio che non esiste più. Cambiate grammatica e sintassi. Siete vecchi...”. Il sindaco dal canto suo ha rivendicato il diritto del consiglio comunale di Ivrea di decidere secondo coscienza e senza alcuna forzatura. Detto ciò, i dubbi più grossi di tutti stanno nei numeri e nelle prospettive di sviluppo. Il pirogassificatore che verrà realizzato a Borgofranco, in via sperimentale e per due anni (almeno sulla carta) avrà la potenzialità di trattare da 200 kg/h a 2000 kg/h, ma la quantità massima di rifiuti che potrà lavorare durante la sperimentazione è di 200 kg/h. Ora il punto è che secondo la normativa italiana (DL 133 del 11/05/2005) che ha recepito una direttiva europea, i pirogassificatori sono equiparati agli impianti di incenerimento dei rifiuti e nello specifico quello di Borgofranco potrà trattare, scarti della raccolta differenziata delle plastiche, deiezioni animali, scarti della lavorazione delle cartiere, fanghi provenienti dai depuratori urbani. Secondo i comitati “no piro” e pure secondo il “Movimento 5 stelle” l’attività autorizzata è palesemente propedeutica alla realizzazione di un impianto di dimensioni maggiori di cui non si ha al momento alcuna informazione circa l’impatto e le ricadute su un territorio già gravemente compromesso dalle attività industriali insediatesi in passato (DBI, decoter, Novelis, Alcan, Ravit, ecc.). Si sa poi per certo che è stata presentata una richiesta, sempre della Comimet per un impianto da 2000 kg/h, che è stata sottoposta alla procedura di VIA e che attende i risultati della fase di sperimentazione. “A parte i recenti studi dell’OMS che confermano gli effetti negativi dell’inquinamento atmosferico sulla salute umana e sull’incidenza di malattie degenerative e tumorali - ha inforcato l’altra sera Francesco Comotto - i progetti di questo tipo inevitabilmente coinvolgono un territorio che va oltre i meri confini comunali del singolo Comune ospitante. L’aria e l’acqua inquinata non si fermano infatti ai confini amministrativi e la tutela della salute pubblica rientra nelle competenza di ogni amministrazione pubblica...” E proprio per questo - e anche un po’ perchè il prossimo anno andranno al voto - diversi Comuni del Canavese come Carema, Quincinetto, Settimo Vittone, Andrate, Nomaglio, Montalto Dora, Quassolo e Chiaverano hanno già espresso parere contrario con specifica delibera
C’è bagarre, Ballurio fa sgomberare l’aula
Sia come sia, la maggioranza allargata Pd-Pdl di Ivrea sul piro di Borgofranco s’è tenuta abbastanza alla larga e la siutazione, lunedì sera è così degenerata. Il nutrito gruppo di manifestanti, presenti fin dall’inizio della seduta in programma dalle 19,30, ha cominciato a urlare “vergogna”. Su richiesta del Presidente Elisabetta Ballurio sono intervenuti i vigili per far sgomberare l’aula. Niente di eccezionale, a parte gli spintoni e un po’ di preoccupazione. Tutto è tornata alla calma una decina di minuti dopo, anche perchè fuori dal palazzo municipale, ben piazzati davanti al portone, c’erano un paio di poliziotti con tanto di “arrabbiatissimi” cani al seguito. Ma Ronco lo sa dov’è Borgofranco? La Provincia di Torino condivide politicamente le posizioni dei sindaci dei Comuni intorno a Borgofranco d’Ivrea che si sono espressi con preoccupazione rispetto all’insediamento nell’area industriale del pirogassificatore”. Lo afferma, in una nota diffusa poco prima del consiglio comunale di lunedì scorso a Ivrea, l’assessore all’Ambiente della Provincia di Torino, Roberto Ronco. Nei giorni precedenti Ronco aveva incontrato il titolare della Comimet di Avigliana, a cui ha ricordato che i tecnici della Provincia “non possono rifiutare il parere positivo all’istruttoria per l’avvio della sperimentazione”, ma anche che abitanti e sindaci di 7 comuni sono preoccupati per la realizzazione del progetto. “Abbiamo ottenuto che, a margine dell’avvio della costruzione, l’azienda partecipi insieme ai sindaci – prosegue Ronco – a un comitato di controllo locale per monitorare il progetto anche attraverso un tecnico scelto proprio dai Comuni limitrofi, a carico naturalmente dell’azienda”. “Ho ricevuto – conclude Ronco – dai sindaci un protocollo d’intesa territoriale quale preambolo ad una sorta di piano strategico del territorio dell’Alto Canavese: servirà a ribadire l’incompatibilità di nuovi impianti di trattamento rifiuti con “lo sviluppo territoriale improntato all’agricoltura di qualità”. Del comunicato di Ronco peraltro ne ha dato notizia anche il consigliere comunale Francesco Comotto durante la riunione di lunedì scorso. Facile la battuta: “Dice che Borgofranco si trova in Alto Canavese. Ronco la conosce la geografia dell’eporediese...?”
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