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SETTIMO. 100 mila euro per il Dado

SETTIMO. 100 mila euro per il Dado

Il Dado

È stata fatta una prima stima sulla infrastruttura, ma mancano ancora le verifiche sugli impianti. In ogni caso si tratta di una cifra superiore sicuramente a 100.000 euro”.

Parla così la vice sindaco Elena Piastra a proposito del Dado, l’edificio che da 9 anni accoglieva famiglie rom e, ultimamente, anche richiedenti asilo. Proprio poche settimane fa è stato sgomberato a causa di un problema strutturale, una questione, stando alle cifre necessarie per riaprirlo, non da poco.

La vicesindaco, in ogni caso, lavora già ad un progetto alternativo sul piano sociale, con qualche innovazione.

“Di certo il Dado non può riaprire con il progetto di 9 anni fa - spiega Piastra -.  Dallo scorso novembre, infatti non si stavano più accogliendo famiglie rom, anche perchè il gestore, cioè l’associazione Terra del Fuoco, non poteva più sceglierle. A questo punto mi piacerebbe rilanciare e mantenere a Settimo una sperimentazione di coabitazione tra famiglie fragili, anche straniere, e singoli. Penso, ad esempio, a uno studente che possa affittare una stanza ad un prezzo contenuto, magari aiutando i figli delle famiglie che abitano nello stesso luogo a fare i compiti”.

Un progetto che potrebbe trovare casa anche altrove, non per forza al Dado.

Certo! - conferma Piastra - Purchè ci si impegni a non perdere la destinazione sociale degli spazi e della cubatura lì presente. Credo sarebbe interessante coinvolgere i cittadini del quartiere. Prima del progetto con i Rom (parliamo di 9 anni fa)  l’edificio era in uno stato di quasi abbandono e ciò causava un degrado generale nell’area. Oggi il rischio è che venga occupato abusivamente creando problemi di controllo e gestione del territorio e di tutto il quartiere”.

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