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20 Settembre 2017 - 11:34
L’appello di Alessandro De Stefano, fratello dell’ex consigliere Massimiliano, non è caduto nel vuoto. Venerdì scorso, intorno alle 18,30, nel quartiere Fiorana, un nutrito gruppo di residenti si è presentato in via Ruffini 27, davanti alla palazzina in cui la Cooperativa Mary Poppins ha sistemato un “tot” di profughi e dove lui è proprietario di un alloggio, attualmente vuoto e inoccupato. Un sit-in organizzato dopo l’aggressione verbale ai danni di sua moglie e di sua figlia.
“Avevo invitato il presidente del consiglio comunale e le opposizioni da sx a dx - scrive su facebook - Si è presentato solo Alberto Tognoli che ringraziamo. Ringraziamenti anche a coloro che hanno evitato di dare connotazioni politiche alla iniziativa...”.
A dirla proprio tutta però, qualcosa di politico, eccome se c’è stato, come ha dimostrato la presenza degli attivisti di CasaPound.
”Siamo stati i primi ad intervenire il giorno in cui sono avvenute le molestie - commenta il portavoce Igor Bosonin - siamo stufi di questa situazione, stufi che i residenti debbano vivere nella paura e nell’insicurezza. La passeggiata dopo il presidio è stato un modo per dimostrare a tutti che non abbiamo paura e non abbandoniamo il quartiere, andremo avanti ad oltranza finché questa feccia non andrà via da Ivrea.”
Gli fa eco Marco Racca coordinatore regionale di CasaPound. “Ad Ivrea - commenta - molestano un ragazzina minorenne, in altre città stuprano e spacciano droga, è possibile continuare a far finta di nulla davanti a questi fatti incresciosi? Questa gente non scappa da nessuna guerra, vengono qui perché possono delinquere restando impuniti. Però le cose stanno cambiando, la gente non crede più a queste menzogne e sempre più spesso si rivolge a noi, perché si fida, perché siamo pronti a tutto per difendere questo paese.”
Insomma parole forti, troppo forti. E a dimostrazione che in città l’avanzata delle giovani destre, sia ormai un fatto conclamato, si aggiunge, alla presenza di Casa Pound, quella del “Rebel firm” un altro gruppo di giovani, denunciati quest’estate dal presidente dell’Anpi Mario Beiletti e dal presidente del consiglio Elisabetta Ballurio per “apologia di fascismo” in seguito alla pubblicazione su facebook di alcuni post e qualche foto del ventennio, nonchè ispiratori e organizzatori di un campo “nazional rivoluzionario”.
Alloggi sgombri
Forse per questioni di sicurezza o per difformità nell’utilizzazione dei due appartamenti, venerdì scorso, in occasione del sit-in organizzato da Alessandro De Stefano, in via Ruffini di profughi non se n’è visto uno che sia uno. Prima della Mary Poppins (parliamo di qualche anno fa) il quartiere, era già stato individuato da una Cooperativa torinese per ospitare dei profughi. Anche in quel caso l’Amministrazione prese atto delle circostanze solo in seguito alla presentazione di una interpellanza del Consigliere Tognoli, sollecitato da residenti preoccupati per la vicinanza della Scuola Elementare.
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