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13 Settembre 2017 - 11:45
Le biciclette dei pendolari settimesi hanno bisogno di un nuovo ricovero.
Dal 2015, di fronte alla stazione, c’ è il ciclo-posteggio a cui posso accedere tutti i cittadini che hanno la tessera per il servizio stesso e un abbonamento ferroviario. Un bell’aiuto per lavoratori e studenti che arrivano in stazione in bici, la parcheggiano e usano il treno per andare a lavorare o a scuola, ma ci sono alcuni problemi.
Gianni Fina si occupa della Ri-Ciclistica Settimese, un piccolo laboratorio sempre più frequentato con sede nel cortile dell’Ecomuseo del Freidano. Insegna a cambiare le ruote, a riparare le camere d’aria, ad aggiustare i freni e tutto ciò che serve per mantenere in efficienza la propria bicicletta. E non solo: la Seta porta da lui le biciclette che vengono conferite all’Ecocentro di via Verga. Se hanno qualche speranza di essere aggiustate, possono ritornare ad avere una seconda o terza vita. Un bel modo per riutilizzare e non buttare.
E’ lui che ha sostenuto l’idea del cicloposteggio nei pressi della stazione.
Quali sono le problematiche da risolvere per questo servizio?
In primo luogo, non ci sono più tessere disponibili - dice Gianni Fina - . Nel 2015 sono state stampate 100 tessere e sono subito andate via, quindi è da tempo che non possiamo più rispondere alla richiesta dei nuovi utenti. Inoltre, a quanto sembra, solo il 30% di chi ha la tessera usufruisce del servizio del ciclo-posteggio. E l’altro 70% non l’ ha mai utilizzato o sì, e se sì, in che modo? Ricordo solo che le tessere che abbiamo tutt’oggi prevedono una cauzione di 5 Euro, quindi invito i settimesi che non usano il servizio a riconsegnare la tessera, e verrà restituita, ovviamente, la somma cauzionale. Solo in questo modo possiamo far fronte alle nuove richieste.
Per ovviare a questo mancato servizio, secondo lei, potrebbe essere utile il bike-sharing (la bicicletta condivisa), come succede a Torino?
In verità, a Settimo era stato messo in piedi un bike-sharing, ma non è stato molto fortunato. Molte biciclette sono state vandalizzate e distrutte. Ora le biciclette rimaste di quel servizio sono in biblioteca Archimede, dove possono essere prese in prestito esibendo un semplice documento. Ma vedo difficile la realizzazione di un bike-sharing vero e proprio a Settimo, visti i precedenti.
E quindi cosa si può fare? Sembrerebbe che il problema, allora, sia solo avere più tessere disponibili?
Da un lato sì, bisognerebbe farne altre, ma c’è un’altra difficoltà, quella della localizzazione del ciclo-posteggio. La stazione è in ristrutturazione, e bisognerebbe cercare un altro posto dove collocare il ciclo-posteggio, poiché non sappiamo se e come questo possa essere integrato nella nuova struttura. Sarebbe utile avere un posto più grande, ma anche molto visibile. Inoltre, al giorno d’oggi, non si può non avere delle tessere dotate di un cip specifico collegato a un software che potrebbe fornirci molte informazioni utili. Per esempio chi usa il servizio, l’età, le ore in cui parcheggia la sua bici e molte altre. Con queste informazioni potremmo sicuramente adattare il ciclo-posteggio ai bisogni dei cittadini pendolari e quindi offrire un servizio migliore.
Quindi chiediamo al Comune di riflettere su queste problematiche che, se venissero risolte, potrebbero facilitare il viaggio dei nostri pendolari.
Vorrei solo aggiungere che la Ri-Ciclistica si rende disponibile a dare una mano dal punto di vista logistico per il nuovo, speriamo bene, ciclo-posteggio.
Ma gli utenti cosa ne pensano?
“Trovo che il ciclo-parcheggio sia un ottimo servizi - dice Roberto Declos - e secondo me dovrebbero averlo tutti i comuni che sono collegati con il Servizio Metropolitano Ferroviario. Io lo uso tutti i giorni da un paio di anni. Prima avevo una bici pieghevole, ora uso questo parcheggio per le bici. Dopo le ferie, però, mi sono trovato la bici danneggiata dai vandali. In seguito, però, ho constatato che sono state saldate delle sbarre in alto, per evitare che i vandali potessero di nuovo entrare. Inoltre aggiungerei che per migliorare il servizio, sarebbe opportuno inserire una serratura all’interno della struttura poiché da dentro risulta difficoltosa l’apertura della porta.
“È una buona idea - afferma Elijas Adade ghanese - io prima lasciavo la bici lì (e indica una rastrelliera, n.d.a.), solo che la gente rubava il sedile e le gomme. A volte prendevano tutta la bici!”.
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