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IVREA. Mercato in centro. L'idea di Perinetti piace

IVREA. Mercato in centro. L'idea di Perinetti piace

Perinetti Maurizio

Riportare il mercato lì dov’era nato, cioè nel centro storico. La proposta, tutt’altro che campata per aria, è del consigliere comunale Maurizio Perinetti, uomo di lungo corso della politica sotto le rosse torri. Ce ne parla a ruota libera, senza dar troppo peso alle reazioni, con l’animo di uno che più che alla forma e a all’idea, amerebbe aprire un confronto serio e pacato sulla sostanza e sui contenuti. “Esistono molte città italiane che vivono intorno al mercato e guai a chi glielo tocca... Perchè crea economia e maggiori incassi...Potrebbe servire per rilanciare il commercio in sede fissa? Vogliamo parlarne?”, si domanda e ci dice, senza tanti fronzoli e giri di parole.

Ed è vero che c’è stato un tempo, almeno fino agli anni ‘80, in cui Ivrea, tutti i venerdì, si risvegliava frenetica, con i mercandin pronti ad occupare ogni spazio. In piazza Ottinetti le scarpe, sul lungodora l’abbigliamento e da piazza Balla in sù i generi alimentari.

Se lo ricordano ancora in tanti.

“La città si bloccava per un’intera mattinata...” racconta Pier Giuseppe Gillio, 65 anni, musicologo e docente di drammaturgia musicale al Conservatorio di Novara, con un passato da consigliere comunale d’opposizione.

Poi ad un certo punto è arrivata la decisione di spostare tutto in un unico posto, cioè dov’è adesso, fra via Circonvallazione, viale Monte Stella e via Lago Sirio, non prima della copertura del lago di città.

“Ero seduto in consiglio comunale tra i banchi dell’opposizione - ricorda ancora oggi  Gillio  - Non so se il sindaco fosse Luigi Barisione o Mario Viano. Mi ricordo però dell’assessore Eddone e di un vivace dibattito, da me sollecitato, intorno all’assurdo progetto per la costruzione di alcuni edifici di piccole dimensioni, bagni, magazzini e altro, che poi non si fecero per paura che sprofondassero. Mi ricordo che prese la parola, molto autorevolmente, anche l’architetto Annibale Fiocchi, che in allora militava nel partito repubblicano. Tutti sapevamo che lì sotto corre la roggia Righetti, confluente della Dora. E sapevamo anche che si sarebbe dovuto intervenire di nuovo dopo gli assestamenti e, ancora, che in alcuni tratti, il piazzale sarebbe sprofondato, come è poi successo...”.

Insomma, non era quello, il progetto definitivo.

Così come non può essere considerato definitivo fare il mercato in un’area che a causa dei cedimenti diventa palude tutte le volte che piove.

A chiedere che si faccia qualcosa, e lo si faccia subito, sono soprattutto i circa 300 mercandin (erano più di 400 solo qualche anno fa) che di recente hanno chiesto di sfruttare meglio i posti lasciati liberi da chi se n’è andato, tra le altre cose, per ricavare dei parcheggi. E sono sempre loro poi a sognare un futuro da tutt’altra parte, non in ultima nell’area ex Montefibre.

Perchè è ormai diventato impossibile lavorare. Perchè le bancarelle sprofondano. Perchè i tombini saltano tutte le volte che piove. Ma anche e soprattutto perchè, a causa delle tante buche non c’è sicurezza per i clienti e più di un anziano è già caduto e si è fatto male.

Lo sa bene l’assessore Giovanna Codato, che infatti, non ha nulla da eccepire e tutto vuol fare tranne che gettare acqua sul fuoco.

“L’idea di Perinetti è affascinante - commenta - Un confronto sarebbe utile”.

Anche perchè ad oggi le idee chiare non ce le ha nessuno.

Tecnicamente, il piano regolatore, datato 2006, prevede  lo spostamento del solo mercato delle scarpe e dell’abbigliamento all’ex Varzi, nei pressi del cimitero, in un’area privata. Una scelta giudicata infausta.

“E’ impensabile dividere gli alimentari dagli extra alimentari -  osserva Codato - Significherebbe far morire il commercio ambulante...”.

Da qui il progetto di limitarsi ad un semplice restyling, in perfetta sintonia con quanto chiedono i mercandin.

“Le bancarelle - spiega Codato - sono diminuite ed è possibile accorparle tutte nella zona più stabile, cedendo alla natura la parte verso il Lago Sirio, che di recente abbiamo recintato a causa dell’acqua che sgorga da una sorgiva... Perchè qui c’era un lago e c’è gente che si ricorda ancora di quando, negli anni 60,  si praticava la pesca...”.

In poche parole un progetto di sistemazione non certo di bonifica che comporterebbe investimenti impossibili.

Prima però di partire con i lavori, occorrerà capire quanti saranno gli assegnatari degli stalli in base alle nuove normative europee (legge Bolkestein).

Insomma e per farla breve non si muoverà una foglia fin dopo le elezioni, giusto il tempo per preparare il bando.

Troppo in là?

“E’ certo che è troppo in là - alza la voce il consigliere comunale Alberto Tognoli - La città sta morendo - commenta ma al contempo appoggia l’ipotesi di Maurizio Perinetti - Il centro storico ha perso molte delle sue funzioni e il polo culturale è una farsa.  O si interviene e si bonifica sul serio l’area mercatale o si va via. Non ci sono alternative. E’ inutile pensare a degli interventi tampone....”.

Quel che Tognoli rinfaccia e che ci sia solo e soltanto tante fuffa. “Per il castello, per la piscina, per il mercato, per la biblioteca - scuote la testa   - A Ivrea non si può certo dire che sia mancato il dibattito. L’Amministrazione ha parlato tanto e costruito ben boco...”.

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