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06 Settembre 2017 - 09:47
Ballurio Tiet Elisabetta
“E’ inutile bussare qui non vi aprirà nessuno...”, cantava Adriano Celentano. Lo cantava lui e oggi lo cantano in tanti anche nella città dalle rosse torri.
Perchè? Perchè è da mesi, diciamo dalle dimissioni del segretario Matteo Fanciulli in avanti, che di riunioni nella sede del Pd di via Peretti, praticamente non se ne fa una che sia una.
Capita tutto questo, manco a dirlo, a pochi giorni (la scadenza è il 22 settembre) dalla chiusura del tesseramento, “grasso che cola” in funzione del congresso cittadino in programma per metà ottobre. Sempre che a qualcuno interessi ancora qualcosa...
La verità?
L’impressione è che il partito non attiri più quanto dovrebbe o, se si preferisce, quanto sarebbe auspicabile a poco meno di un anno dalla elezioni comunali.
Colpa delle battaglie interne consumatesi in questi anni anche in consiglio comunale? “Siamo tutti logorati....”, più o meno commenta Maurizio Perinetti. “E’ da mesi che ci scontriamo su inutili argomenti e non ci si confronta più sul futuro di questa città....” aggiunge senza tema di smentita.
E poi c’è il malessere di chi amministra e si rende conto di quanto sia difficile farlo oggi, con i mille vincoli di bilancio e le casse sempre vuote.
Ecco si riparte da qui. Da un congresso del Partito Democratico per il quale, probabilmente, nessuno sarà disponibile a dare battaglia, o a correre con tutto il fiato che ha nei polmoni.
Si riparte dal vuoto pneumatico di una città che tutti gli anni, puntualmente, al rientro dalle ferie, si incontrava, per dibattere di politica, alla festa dell’Unità, ma è stata cancellata pure quella, dalla noia e dal lassismo...
Inutile e inverosimile coincidenza?
Macchè!
E’ buio pesto sul congresso, ma anche intorno alle eventuali Primarie per la scelta del candidato a sindaco.
C’è Elisabetta Ballurio ma non si sa se ci sia dell’altro, premesso e non concesso che a qualcuno interessi andare allo scontro frontale...
“Ho auspicato che si creino le condizioni per un accordo unitario - commenta il neo assessore Andrea Benedino - E in ogni caso lo scontro non lo si farebbe al congresso ma alle primarie. Oggi dobbiamo definire le condizioni per una legittimazione reciproca. Ecco, io lavorerò per questo...”.
E per chi non avesse la bussola, Ballurio è una renziana doc, Benedino fa invece parte della minoranza interna, i cosiddetti “Orlandiani”, cioè quelli che alla Ballurio sindaco preferirebbero un candidato della società civile, oppure lo stesso Benedino. Oppure l’assessore Giovanna Codato, perchè no?
“Da soli - aggiunge Benedino - le elezioni le perdiamo. La logica dell’autosufficienza rischia di portarci alla sconfitta. L’obiettivo è di aprire il partito a tutta la sinistra con la quale si sono condivisi anni e anni di battaglie comuni. Penso che in questa città indipendentemente dai simboli e dalle liste, ci sia una tradizione di sinistra alternativa che va recuperata e difesa..”.
Il dito è puntato su Rifondazione Comunista di Cadigia Perini e sull’Mdp di Franco Giorgio, ma anche sulla compagine “Viviamo Ivrea” gravitante intorno al consigliere comunale Francesco Comotto
“Magari non li convinco - traccia il perimetro Benedino - ma io con quegli elettori, voglio discutere e pure tanto. Assolutamente non con Comotto che firma gli ordini del giorno insieme ad un ex missino (Tognoli ndr...)”.
Benedetto Benedino....
Riuscirà nel difficile compito di riportare nel giusto solco un dibattito che ormai sembra condizionato dai tanti, troppi personalismi?
La verità è che davvero non si intravede un grande futuro per un partito che l’anno prima delle elezioni ha rinunciato alla sua festa, ma anche ad aprire un tavolo programmatico. Cose che si potevano fare anche senza un segretario.
“E’ vero - fa il mea culpa Benedino - Manca la discussione e uno sforzo lo si sarebbe potuto e dovuto fare. Una discussione più alta della Ballurio sì, Ballurio no. Ci si dovrebbe conncentrare sulle proposte politiche che vogliamo mettere in campo aprendo le porte a tutti quelli che vogliono partecipare a questa discussione...”.
Più o meno quel che sta facendo il Circolo Brat dell’assessore Augusto Vino rimasto tra i pochi a nutrire una qualche fiducia. “Stiamo scaldando i motori. Adesso partiamo...”, ci dice e si rincuora.
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