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03 Settembre 2017 - 10:17
Autostrada
Occhi puntati sulle concessioni autostradali (in scadenza da tempo immemore) e sui pedaggi. Dopo la proposta del Movimento Cinque Stelle, peraltro rimasta lettera morta, di liberalizzazione di un lungo tratto della A5, da Settimo Torinese a Ivrea, quest’estate si è tornati a parlare di pedaggi e di ritorni economici.
Lo ha fatto l’Uncem (Unione dei Comuni montani) sostenendo la necessità di definire un adeguato “ritorno” per i territori su cui insistono grandi opere viarie.
Una compensazione, secondo l’Uncem, necessaria per le Aree montane, a fronte degli importanti utili per le aziende che gestiscono le autostrade.
Tra le tante in elenco anche la Torino-Aosta che attraversa il Canavese.
“Le opere viarie - scrive l’Uncem - insistono su un territorio che è il bene pubblico per eccellenza. Al pari del prelievo dell’acqua potabile dalle Terre Alte, dei canoni per l’escavazione e per le cave, è necessario impostare dei ritorni economici stabili per l’insistenza delle grandi infrastrutture nelle aree alpine...”.
E poi ancora: “L’aumento del gettito del pedaggio ancora una volta finisce per ignorare e penalizzare il territorio, i pendolari e i flussi turistici...”
Insomma, l’Uncem, che spiegherà il suo pensiero nel corso di un incontro in programma a Quincinetto il prossimo 15 settembre, intende aprire un dialogo con le Concessionarie per chiedere loro di destinare una parte degli utili ad interventi ambientali e di sviluppo.
Ma se da un lato si tenta di trovare un modo per portare a casa il massimo che si può, dall’altra ancora non si sa quando e come avverrà l’assegnazione delle concessioni, su cui, peraltro, nei mesi scorsi, si era scatenata una battaglia anche in seno alla Commissione parlamentare trasporti, presieduta da Altero Matteoli, con la richiesta del gruppo Ativa di un rinnovo “sic et simpliciter” giustificato dagli investimenti sul nodo idraulico di Ivrea. Una “pretesa” stoppata dal senatore PD Stefano Esposito, già proiettato su di un bando di gara internazionale.
C’è da aggiungere che nel corso di un incontro tenutosi a Torino il 18 agosto scorso, il ministro dei Trasporti Graziano Delrio e il presidente della Regione Piemonte Sergio Chiamparino si sarebbero impegnati per l’allineamento delle scadenze delle principali concessioni autostradali piemontesi al 2030, cosa che se avvenisse verosimilmente consentirebbe un piano di investimenti di maggior portata, ma potrebbe dirottare tutti i benefici su altri territori.
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