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02 Settembre 2017 - 09:12
Tutte le strade portano a Roma e molte autostrade al Gruppo Gavio.
Questa la lettura di una polemica scoppiata la scorsa estate, più o meno di questi tempi, tra i soci del gruppo Ativa, concessionario dell’A5 e della tagenziale di Torino.
Da un parte il presidente Giovanni Ossola (Gruppo Mattioda) pronto a tutto, anche ai ricatti, pur di ottenere la proroga. Dall’altra, incredibilmente vero, il Gruppo Gavio altrettanto pronto ad andare sui giornali per contestarlo.
Ad accendere la miccia, un brutto incidente sulla tangenziale di Torino (un morto e quattro feriti), causato da un automobilsta in contromano. Colpa della scarsa manutenzione? Colpa della segnaletica?
Colpa, insomma del Concessionario? Secondo Gavio sì, secondo Ativa no.
E gli occhi finirono per concentrarsi proprio sulla Torino- Aosta, la cui concessione, scaduta nel 2012, sta andando avanti a suon di piccole proroghe, in attesa della gara ad evidenza internazionale, promessa dal Governo.
E chi, più di tutti, non vede l’ora che la si organizzi?
Evidentemente il Gruppo Gavio. Anche perchè Gavio non è uno qualsiasi.
Il gruppo può infatti contare su due tra le più importanti imprese di costruzioni italiane, Itinera e Grassetto. E’ poi anche proprietario del 56,52% della ASTM autostrada Torino Milano SpA, del 90% della SATAP Spa che gestisce l’Autostrada Torino-Piacenza, qualche quota della Autostrada dei Fiori SpA che gestisce la Autostrada Savona-Ventimiglia e Roma-L’Aquila-Teramo. Si aggiunge, ciliegina sulla torta, il 50% di Salt, che ha in gestione l’autostrada Genova-Livorno e il 6,25% di Ferrovie Nord.
E i soci di Ativa invece chi sono?
La società mista pubblico privata, è nata nel 1954 per volontà della Provincia di Torino, del Comune di Torino e di alcuni enti privati per la costruzione e l’esercizio dell’autostrada A5 Torino – Quincinetto, della bretella Ivrea – Santhià (A4/A5) e della tangenziale di Torino.
In realtà oggi la parte pubblica è decisamente ridotta al lumicino.
La Città Metropolitana detiene il 17%, il Comune di Ivrea non arriva neanche all’1 e ha deliberato di uscire. Le redini del comando sono tutte in mano ai privati. Il Gruppo Gavio al 41 %, la Quinzane Srl di Cuorgnè per un altro 41%. Si aggiungono altri quattro piccolissimi azionisti: Fantini Roberto e Stoppini Davide, Aci Biella e Aci Vercelli.
La domanda che in tanti si sono fatti e qualcuno ancora si sta facendo è: sarà mica in corso una manovra per far crollare Ativa e con Ativa il socio pubblico…?
L’anno scorso a lanciare l’allarme ci aveva pensato l’ex vicesindaco Pd della città metropolitana Alberto Avetta tanto da chiedere al sindaco di Torino Chiara Appendino “di intervenire sul Governo per trovare nel capitolato di gara le modalità per tutelare la quota pubblica in Ativa”.
I soldi in ballo non sono pochi. Nel 2015, Ativa aveva incassato dai pedaggi circa 118 milioni di euro, più altri 44 milioni dalla Torino-Quincinetto.
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