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25 Luglio 2017 - 13:58
elisoccorso
Un giovane marocchino, residente in via Petrarca 1 a Settimo Torinese, al primo piano di una casa popolare, è morto domenica scorsa, fra le acque del lago di Viverone. Mehdi Khadiri, così si chiamava, aveva compiuto 14 anni lo scorso 1° maggio. Emigrato da Fqih Ben Salah, sette anni fa, il prossimo anno avrebbe frequentato la terza media alla scuola Gobetti.
La tragedia si è consumata, davanti agli occhi di decine di persone, più o meno all’altezza del pontile dell’abitato di Anzasco, una frazione di Piverone.
Secondo una prima ricostruzione, il giovane stava giocando a palla con i suoi amici e si sarebbe tuffato in acqua per recuperare la palla.
È stato un coetaneo a dare l’allarme. Si è messo a urlare attirando l’attenzione e gli sguardi di due vigili del fuoco fuori servizio. Lì per puro caso, insieme alle proprie famiglie per trascorrere una domenica all’aria aperta.
Coraggiosamente si sono subito tuffati per cercarlo. L’hanno trovato disteso sul fondo, dove le acque sono torbide e dense, ad una profondità di circa 2,80 metri.
Preso e trascinato a riva, non sono riusciti ad evitare la tragedia.
Fuori tempo l’arrivo dell’elicottero dei pompieri di Borgosesia, con a bordo i sommozzatori. Inutili i tentativi di rianimazione del personale del 118. Inutile, infine, anche l’ultima disperata corsa al pronto soccorso del Regina Margherita dove è arrivato già morto.
La salma ora è a disposizione degli inquirenti, per l’eventuale autopsia.
Mehdi Khadiri era andato ad Anzasco con i fratelli Simone e Samuele e con il loro padre.
Per i sanitari la causa più probabile del decesso resta la congestione, anche perchè, stando ad alcune testimonianze raccolte dai carabinieri, Mehdi era un buon nuotatore.
Incredulo il sindaco di Piverone Alessandro Fasolo: “Di fronte ad una morte del genere non ci sono parole...”.
Vero è che al lido di Anzasco si contano circa 800 metri di accesso libero e interamente balneabile ma non esistono servizi specifici legati alla sicurezza, come per esempio i bagnini.
I comuni fanno quel che possono, limitandosi a piccoli lavori di manutenzione. Tagliano l’erba, tirano via le alghe ma nulla di più
La disgrazia di Anzasco - sarà anche brutto ricordarlo ma tant’è - sembra la fotocopia dell’incidente del 2000. In quell’occasione morì sotto gli occhi degli amici, a 20 metri dalla riva, forse per un crampo un ragazzo di 21 anni residente a Moncrivello.
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