La scuola è sotto organico. Non ci saranno insegnanti a sufficienza, per l’anno 2017/2018 per garantire tutte le ore di lezione. La soluzione? Non si andrà a scuola! Lo ha comunicato la Dirigente Scolastica Daniela Vaio: da settembre si andrà a scuola un pomeriggio in meno. La fa facile, la dirigente. E ha sbagliato, evidentemente, i conti. Il malumore è montato subito tra le famiglie. E non solo perché la decisione rischia di mettere in difficoltà le mamme ed i papà che lavorano tutto il giorno e non possono permettersi di tenere i figli a casa perché non hanno nonni a disposizione o uno stipendio abbastanza lauto per affidarsi a delle baby sitter…. Ad infastidire è anche la modalità: non è arrivata una circolare, nulla, solo un messaggio rimbalzato su whatapp da un telefono all’altro. E in pochi minuti i telefoni si sono fatti cocenti. “Inaccettabile, non possiamo tollerare una novità del genere” si sono detti da una cellulare all’altro i genitori dei bimbi del polo scolastico scarmagnese. Sono delusi per la leggerezza con cui le istituzioni non abbiano tenuto conto delle loro esigenze. Anche quest’anno, è vero, si erano verificati dei problemi. Il plesso risultava già sottodimensionato (tanto è vero che era già stato tolto il venerdì pomeriggio). O, almeno, non sufficiente per garantire la completa copertura nella pausa mensa. Così diverse insegnanti, pur di garantire il servizio, avevano rinunciato a delle ore di programmazione, pronte, piuttosto, a portarsi compiti e materiale didattico a casa e a lavorare anche fuori orario. Quest’anno hanno detto basta. Impossibile andare avanti, così. In questo ultimo periodo non ci sono stati, però, incontri confronti. “Da settimane cerchiamo di parlare con la Dirigente e con l’Unione Collinare che ha in gestione il plesso in rappresentanza dei comuni” sottolinea Claudia Bocca, mamma e consigliere comunale di minoranza a Perosa, uno dei comuni dell’ente collinare. “Io sono molto arrabbata – aggiunge Bocca –. Continuiamo a chiedere incontri che non riceviamo, alla fine mi sono rivolta alla Collinare ed ho chiesto di farsi carico della copertura della mensa”. Nessuna risposta, anche in questo caso. E se continuasse a non arrivare i genitori sono pronti a reagire. “Toglieremo i nostri figli dalla scuola di Scarmagno – avvisa Claudia Bocca – e li iscriveremo in altre scuole: perché non è accettabile trovarsi quattro ore la settimana in meno di programmazione rispetto alle sezioni di Romano e Strambino, che pure fanno parte della Collinare”. A far arrabbiare è anche questo. Se l’Unione esiste allora dovrebbe prendere di petto la situazione e non solo quando occorre coprire il passivo dell’asilo nido di Strambino, a cui hanno contribuito tutti i comuni. “Mi sembra che non ci sia nessuna disponibilità o buona volontà per risolvere la cosa – constata ClaudiaBocca – né abbiamo ricevuto proposte alternative. E non vogliamo sentirci proporre un post scuola: i disservizi non possono pesare sempre sulle tasche delle famiglie”.
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