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DRUENTO. Patrizia Arnesano continua a stupire

DRUENTO. Patrizia Arnesano continua a stupire

“Non importa cosa trovi alla fine di una corsa, l'importante è quello che provi mentre stai correndo. Il miracolo non è essere giunto al traguardo, ma aver avuto il coraggio di partire”.

Patrizia Arnesano continua a stupire e a portare in alto il nome di Druento. Dopo aver corso la maratona di New York, la 56enne atleta dilettante ha deciso di correre un’altra importante maratona: quella di Londra. 

Chi “mastica” di corsa, sa che alla Maratona di Londra partecipano sempre decine di migliaia di persone. Quasi 63mila, quelli che hanno deciso di compiere i 42 chilometri e 195 metri del percorso.

“A Londra il percorso è molto suggestivo, la presenza del pubblico è massiccia ed il tracciato è veloce”, spiega la Arnesano.

Partita dal parco di Greenwich, più conosciuto perché in questo punto passa il meridiano "0", l’atleta druentina ha tenuto un ottimo passo gara, “nonostante alcuni modesti dislivelli”, ammette.

Dopo 10 km dalla partenza, il percorso transita davanti al Cutty Sark, il veliero mercantile messo ora a secco e una volta adibito al trasporto del tè, e che detiene il "record" di percorrenza dall'Australia a Londra. “E qui la partecipazione di pubblico è immensa - spiega Arnesano - e quando corri non puoi non emozionarti”.

Anche se la maggior concentrazione di pubblico “la s'incontra nell'attraversamento del Tamigi, sul Tower Bridge, e dove vedi anche la Torre di Londra, e ciò contribuisce a creare una suggestiva atmosfera che aumenta la carica di adrenalina”. druento-patrizia-arnesano-a-londra2

E fra l'Isola dei Cani, il Millennium Dome e nuovamente il Tower Bridge, seppur ad un livello più basso, la Arnesano è riuscita a mantenere un buon ritmo gara, riuscendo ad arrivare agli ultimi 5,5 km, dove però la stanchezza si è fatta sentire.

“Ma dalla mia avevo il pubblico, che ha continuato ad incitarmi. E’ stato veramente meraviglioso, anche quando mi sono fermata per via di qualche dolorino. Ma tutti hanno visto il mio nome scritto sulla maglietta e mi hanno spronato a ripartire. Mi ha emozionato sentire ‘Go Pat go’ ”.

E dire che la maratona Patrizia non doveva neanche correrla “perché a 44 giorni dalla gara ho accusato un forte dolore al metatarso destro, per fortuna curato giusto in tempo. Anche se non ero nelle migliori condizioni, non potevo rinunciare a quest’altro sogno che avevo nel cassetto”.

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