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VILLANOVA. Sequestrate sei abitazioni nel campo nomadi

VILLANOVA. Sequestrate sei abitazioni nel campo nomadi

Con un blitz a metà settimana, i carabinieri della compagnia di Venaria hanno posto sotto sequestro sei abitazioni presenti nel campo nomadi di via Stura, a poche decine di metri dal cimitero di Villanova Canavese.

Secondo la tesi della Procura di Ivrea e del pm Chiara Molinari, titolare dell’inchiesta, i fabbricati non disporrebbero dei requisiti minimi necessari per poter conferire l’abitabilità degli stessi.

Nonostante ci siano gli allacciamenti idrici ed elettrici, le casupole poggiano infatti su basamenti in 

cemento e l’area sarebbe in procinto di essere ulteriormente ampliata.

Di qui la decisione di far mettere ai militari di Mathi, Fiano, Rivara e Venaria i sigilli su infissi e porte delle diverse case, in cui abitavano fino a pochi giorni fa una trentina di persone, compresa una decina di bambini.

La vicenda ha portato anche alla denuncia di sei donne, proprietarie delle abitazioni, per abuso edilizio.

Nei prossimi mesi, però, le case potrebbero essere abbattute. Mentre pare davvero difficile una nuova soluzione per il campo dei sinti, ovvero una loro ricollocazione.

Attualmente il campo è diviso su due lotti: il primo che era di proprietà dell’allora parroco don Antonio Peroglio, che ne dispose il lascito proprio per aiutare le famiglie sinti negli anni ’70. L’altro invece è comunale.

Per Palazzo Civico, la volontà di ricollocarli ci sarebbe pure ma ad oggi mancano edifici di proprietà per dare vita al “trasloco” e continuare a dare ospitalità ad una comunità che, da cinquanta anni, vive questo territorio e si è integrata con il resto della cittadinanza e con quella dei paesi limitrofi, come Cafasse, Grosso, Nole e Mathi.

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