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LESSOLO. Nessun museo nella casa di Cravetto: decade il testamento

Non sorgerà alcun museo storico nella casa che appartenne ad Alfieri Cravetto. Questo avrebbe voluto il defunto. Ed è ciò che ha lasciato scritto nel suo testamento.. Più facile a dirsi che a farsi. Da quando il comune si era ritrovato in mano le carte, lo scorso anno, era chiaro a tutti, a partire dal sindaco Elena Caffaro, che sarebbe stato molto complesso trasformare quella abitazione in un’area espositiva, dove disporre tutti gli oggetti d’altri tempi collezionati in una vita. Non tanto per il lavoro di censimento e di catalogazione che avrebbe assorbito tempo ed impegno ma poteva essere svolto con un gruppo di volontari. Quanto per le questioni burocratiche perché la struttura sarebbe dovuta rimanere agli eredi ma il comune avrebbe dovuto gestirla, spenderci parecchi soldini e poi mantenerla. Tutto questo, oltretutto, componendo un comitato che fosse formato da persone indicate da Alfieri Cravetto nel testamento, da rappresentanti del Comune, dal Parroco della chiesa di San Giorgio Martire e anche da un membro del Fai. Non solo. Il comitato avrebbe dovuto arrivare alla meta nel giro massimo di due anni. Dettati i tempi dunque, gli attori, le modalità. Impossibile da farsi. Il Fai lo ha detto chiaro e tondo: non rientra nelle loro funzioni. E così ecco che, dopo quasi un anno, si sono tirate le somme. Il vincolo testamentario è decaduto ed è entrata in gioco l’erede legittima che ha donato parte di questi oggetti al comune. Tra questi libri, foto, monete e macchine da scrivere. “Questi oggetti - anticipa il sindaco Elena Caffaro - verranno poi inventariati e successivamente esposti in suo ricordo. Non sappiamo ancora dove, stiamo valutando”.
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