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SETTIMO TORINESE. Il "Treno della Memoria" per dare un senso al presente

SETTIMO TORINESE. Il "Treno della Memoria" per dare un senso al presente
Ventidue ragazzi, tra cui alcuni studenti dell’istituto 8 Marzo di Settimo Torinese, hanno visitato i luoghi della memoria dal 22 febbraio al 2 marzo. Un viaggio per non dimenticare gli orrori commessi 70 anni fa nei campi di sterminio attraverso il viaggio con il “Treno della Memoria”. L’idea del Treno della Memoria è nata nell’estate del 2004. Da un gruppo di ragazze e ragazzi molto giovani, tra i 18 e i 25 anni, che sentivano la necessità fortissima di ragionare su una vera risposta sociale e civile da dare alle guerre e ai conflitti attraverso l’educazione alla cittadinanza attiva e la costruzione di un comune sentirsi cittadini europei. In questi anni hanno incontrato e viaggiato con partigiani ed ex deportati, una possibilità unica, che sta diventando ogni anno più rara a causa dell’età ormai avanzata dei testimoni oculari degli orrori della prima metà del ‘900. Questo primo gruppo ha sentito sempre più forte la necessità di difendere la memoria dei fatti di allora e la lezione tratta affinché la memoria non resti solo un monile da spolverare in occasione del 25 aprile o del 27 gennaio ma qualcosa di più importante e duraturo.  Fra le testimonianze dei ragazzi e delle ragazze, che tutti gli anni raccolgono al ritorno dai viaggi, è ricorrente l’espressione “dopo aver visitato Auschwitz con il Treno della Memoria nulla è più come prima”. Per questo gli organizzatori hanno sempre definito il Treno della Memoria un “pellegrinaggio laico”. Un viaggio che costruisce comunità, un viaggio che contamina, che costruisce una nuova cittadinanza e che cambia per sempre. Il Treno della Memoria parla di storia e memoria del passato ma anche di testimonianze ed impegno nel presente. Affinché ciò che è stato non debba più ripetersi bisogna riconoscere le tracce dell’odio e dell’indifferenza già presenti nella realtà dell’oggi e contrastarle con un impegno quotidiano. Pensando anche a cosa succede oggi in alcuni paesi africani, in Siria, in Turchia e a come molto spesso si rimane indifferenti a ciò. Soltanto attraverso le testimonianze dirette e “toccando con mano” quello che è stato ci si può avvicinare alla conoscenza di ciò che fu il grande processo di produzione sociale di odio e indifferenza che interessò l’Europa e il mondo nel periodo storico trattato. La maggioranza della popolazione rientrava infatti in quella che Primo Levi definì ne “I sommersi e I salvati”, zona grigia, ovvero una sorta di limbo irresoluto che la rese, di fatto, complice di un orrore che non voleva vedere o che si riteneva essere troppo distante. Studiare e visitare Auschwitz e le ferite del ‘900 significa riflettersi nella storia e riflettere sui meccanismi profondi che regolano la nostra civiltà, figlia di quell’epoca. Negli anni il Treno della Memoria ha ricevuto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica, il patrocinio della Camera e del Senato e del Parlamento Europeo. Collabora stabilmente con il Museo di Auschwitz-Birkenau, con il Museo di Schindler, con gli Istituti italiani di cultura e con diverse università italiane e straniere. Hanno partecipato al Treno 14 Regioni (Piemonte, Puglia, Valle d’Aosta, Lombardia, Trentino, Friuli Venezia Giulia, Liguria, Emilia Romagna, Marche, Lazio, Toscana, Sardegna, Calabria e Sicilia) e centinaia di comuni in tutta Italia tra cui alcuni ragazzi di Settimo Torinese e dei comuni limitrofi. Ogni anno con il Treno della Memoria partono oltre 150 giovani animatori volontari da tutta Italia, anche da Settimo, che in questi anni di attività hanno accompagnato oltre 30 mila ragazzi e ragazze. Il Treno della Memoria è uno dei progetti più rilevanti al mondo sul tema della memoria della Shoah che prevede la visita al campo di Auschwitz-Birkenau. Inoltre sul territorio di Settimo sono state realizzati due momenti di restituzione del viaggio. Uno durante l’autogestione dell’8 Marzo in cui i ragazzi hanno potuto raccontare la loro esperienza e riflettere su essa con alcuni studenti e l’altra presso il teatro civico Garybaldi con le scuole medie e superiori in cui l’attrice settimese Elena Ruzza ha anche recitato “Cuore Pensante” un pezzo che parla proprio di un ebreo deportato.  
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