“Domenica verrò a tifare Renzi e vedrò il cadavere della sinistra”. Parlava così, qualche giorno fa, l’assessore Sergio Bisacca. Alla convenzione del Pd di cadaveri, però, non se ne sono visti (ottimo lavori del trio Volpatto - Gaiola - Piastra) e, nonostante l’assenza dei colonnelli (e delle truppe) della sinistra settimese, Corgiat e Bisacca (a casa a rosicare), la mozione di Orlando raggiunge un buon risultato, superiore alla media nazionale. Come detto, Corgiat, Bisacca e gli altri scissionisti, su “consiglio di Gariglio” hanno preferito disertare il voto. Mica per qualcosa di strano, stanno lavorando alla formazione di un altro partito. Qualche giorno fa sono anche finiti sulla tv regionale, a margine della creazione del gruppo consigliare, in regione, di Articolo 1. Eppure, in barba alla sua assenza fisica, Aldo Corgiat è stato tutt’altro che assente nella mattinata di domenica. Citato, praticamente, in maniera indiretta, da tutti i big del partito, dalla segretaria, fino al capogruppo Daniele Volpatto passando per la vice sindaco Elena Piastra. Potremmo ribattezzarlo “L’innominato”, perché, come spesso capita, nessuno ha avuto il coraggio di fare nomi e cognomi e mettere all’angolo il Papa della sinistra settimese, dimostrando, ancora una volta, una sorta di soggezione. Corgiat c’era e ci sarà, non solo per colpa o merito suo, ma specialmente perché quegli stessi che, sotto sotto, non vedono l’ora che faccia le valige (sostenere una sua candidatura a Roma potrebbe essere utile) sono pronti a tornare al tavolo con lui per discutere delle elezioni del 2019. “Dobbiamo parlare con Mdp”, è un mantra che, al di là degli oltranzisti renziani, ripetono tutti e che, in vista delle prossime tornate elettorali, rimette di nuovo al centro della scena Aldo Corgiat. Il primo messaggio, agli scissionisti, lo manda la segretaria del Pd, Chiara Gaiola. “Siamo l’unico partito con un vero processo democratico, un partito che investe sui giovani, con giovani che lavorano e credono nel progetto. A volte è difficile stare nel Pd, specialmente quando ti dicono che la sinistra non c’è più. Invece, la sinistra, nel partito, c’è, chi diceva che in questo congresso sarebbero passati i cadaveri della sinistra si sbagliava”. Dura anche la presa di posizione del capogruppo Volpatto che, se da un lato piccona gli scissionisti, dall’altro è pronto a riportarli a bordo. “Non ci sono buoni o cattivi nel partito, abbiamo bisogno che il Pd sia il traino di una grande coalizione di centro sinistra, serve rispetto, non ci sono nemici o cadaveri. Ognuno cerchi di capire qual è la sua casa e poi possiamo tornare a parlare. Oggi, vedere tutte queste persone mi ha riempito di orgoglio”. Messaggi tutt’altro che subliminali arrivano anche dalla vice sindaco Elena Piastra. “Andare fuori dal Pd è un fallimento, uscire solo perché non piace Renzi è sbagliato. Le persone passano, chiunque passerà. Le persone uscite, per me, sono modelli, troviamoci, parliamo anche con loro”. Una mano tesa arriva anche da uno dei capofila della corrente renziana, Antonello Ghisaura. “Alcuni amici hanno deciso di fare un nuovo partito, noi dobbiamo parlare con quelli di Articolo 1”. I commenti più duri, invece, giungono dalla renzianissima, Caterina Greco. “Negli ultimi anni qualcuno ha cercato di demolire la sinistra, oggi chi esce dice che bisogna aprirle ai 5 stelle, quelli sono i nostri nemici!”. La verità, al di là delle tante parole, è che la classe emergente e giovane del Partito Democratico settimese si sente prigioniera, incapace di reagire allo strapotere di Corgiat. La soluzione, probabilmente, non è (solo) quella di sperare che esca dal Pd, a Settimo Corgiat resta Corgiat fuori o dentro il Pd, la soluzione, al contrario, è batterlo politicamente, anche a costo di perdere il governo della città.
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