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SETTIMO TORINESE. I flussi migratori e la società

SETTIMO TORINESE. I flussi migratori e la società
Sabato sera è proseguito l’appuntamento con il primo Festival dell’Europa Solidale e del Mediterraneo presso la sala Levi della biblioteca Archimede con l’evento “La frontiera e i suoi limiti. Qual è il possibile ruolo della società civile nei processi migratori contemporanei?”. Nel corso della serata si è discusso su che cosa la cittadinanza, i privati cittadini possono fare per aiutare e migliorare il processo migratorio. Una riflessione accompagnata da testimonianze dirette dal Libano siriano ai Balcani, dall’Albania alla Spagna, attraverso Ventimiglia per arrivare a Stoccolma attraverso dei filmati girati in diverse parti dell'Europa. Viaggi eterni, viaggi in cui si pensa di essere nella “parte giusta del mondo” come racconta un migrante nel video e, invece, dei poliziotti di Ventimiglia ti torturano esattamente come nella “parte sbagliata del mondo”. Una serata per riflettere e per vedere ciò che succede davvero quando non puoi passare il confine con un documento d'identità, un passaporto ma nella tua città natale non puoi più stare perché ci sono i bombardamenti, perché ti torturano, perché sei considerato un ribelle, un rivoluzionario, quando in realtà sei solo una persona che non ha libertà di scegliere, che non ha diritti. Ad aiutare questa riflessione sono intervenuti Davide Lessi, giornalista del La Stampa, Ruben Bianchetti che ha raccontato la storia del film “Io sto con la sposa”. Aze Irazabal, giornalista freelance basca, non è potuta essere presente fisicamente ma è stato mandato un suo videomessaggio. Si è parlato di Corridoi umanitari e di quando gli albanesi sbarcavano in Puglia, proprio come oggi succede ai "nuovi migranti" con un intervento a cura dell'associazione multietnica mediatori interculturali (Ammi).  Ha coordinato l’incontro Carlo Greppi, storico di Rai Storia. A conclusione della serata sono intervenuti il vicesindaco Elena Piastra e Abdullahi Ahmed, ideatore del Festival dell'Europa Solidale e del Mediterraneo, che ricorda l'importanza di parlare, di discutere e di confrontarsi su questi argomenti perché se il nostro governo non fa niente per migliorare questa situazione non è detto che singolarmente o in gruppo la società civile, i privati cittadini non possano mobilitarsi.
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