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MAPPANO. Rapina in tabaccheria. Avevano il passamontagna “Mi hanno puntato la pistola alle spalle e sono spariti”

“Se ho avuto paura? E’ stato talmente tutto così rapido che non ho avuto quasi neanche il tempo di capire cosa mi stesse accadendo”.

Enrico Ruggeri, 55 anni, noto tabaccaio ed edicolante di strada Cuorgné a Mappano, a distanza di poche ore dalla rapina a mano armata subita venerdì sera, poco prima della chiusura, è ancora scosso.

E’ lui a raccontare il drammatico episodio.

“Avevo appena abbassato la serranda e chiuso tutto - ci dice - Con me avevo il mio zainetto con gli effetti personali e la valigetta 24ore con dentro l’incasso di giornata, pari a circa 7mila euro, frutto degli incassi della tabaccheria, dei giornali, delle giocate delle lotterie e anche del pagamento dei tributi relativi ai servizi scolastici di Mappano”.

All’improvviso, due uomini con il volto coperto da un passamontagna e con in mano una pistola, sono usciti fuori da una “Lancia Y di colore grigio metallizzato - prosegue Ruggeri - e mi hanno puntato la pistola alle spalle e mi hanno intimato di consegnare loro tutto quello che avevo e che se avessi collaborato non mi sarebbe successo nulla. E così, anche se a malincuore, gli ho consegnato zaino e valigetta, con all’interno pure due blocchetti di assegni della mia banca”.

Poi, in fretta e furia si sono dileguati a bordo dell’auto, condotta da un terzo complice.

Per Ruggeri si tratta dell’ennesimo assalto al negozio, che gestisce da dodici anni. “Quando avevo aperto, nel lontano 2004, ero subito stato ‘battezzato’ con una spaccata. Poi per anni non è più successo nulla fino a due anni fa. Di lì in poi sono quattro gli episodi contro di me. A partire da un furto con destrezza di miei effetti personali lasciati in auto mentre stavo chiudendo, passando per due spaccate in orario notturno e fino all’episodio di venerdì sera”.

Lo stesso esercente, per sfatare il falso mito che i malviventi siano tutti stranieri, ha spiegato come gli autori materiali del colpo siano stati “due italiani. E di questo ne sono più che certo”.

Le indagini ora spettano ai carabinieri della compagnia di Venaria, coordinati dal capitano Giacomo Moschella.

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