Francesca Basile, classe 1983, è una delle operatrici del Centro Fenoglio della Croce Rossa Italiana e collabora con Fondazione Comunità Solidale. Sai della candidatura di Settimo a Capitale della Cultura 2018? “Sì, sono a conoscenza della candidatura”. Cosa ne pensi? “Penso che sia una sfida molto interessante, perché un po’ "controcorrente" rispetto all'idea che, soprattutto tra i giovani, si potrebbe avere della cultura. La cultura non è soltanto quella del passato, attraverso i monumenti e le opere d'arte (indubbiamente patrimonio importante, intendiamoci!) ma deve obbligatoriamente passare da cosa il singolo intende per cultura, e dalla posizione che occupa per ogni persona, soprattutto per giovani, nel quotidiano". Come vedi la scelta di inserire il progetto di accoglienza ed integrazione del centro Fenoglio all'interno della candidatura? “L’inserimento del progetto di integrazione di richiedenti asilo e rifugiati in questa candidatura non solo lo considero positivamente, ma mi rende orgogliosa. Cultura e centro Fenoglio li sentiamo legati su due fronti, in realtà non così separati gli uni dagli altri: in primis siamo convinti che una "cultura dell'accoglienza" sia molto più di un luogo comune, ma debba diventare parte integrante della vita delle persone, in particolare dei giovani. E se per cultura intendiamo educare le nuove generazioni, sarà responsabilità di tutti cercare di farli vivere nella convinzione che la dignità dell'essere umano, specialmente quando fugge da situazioni per le quali non ha altra scelta che partire, debba essere sempre preservata; il diverso non dovrà più far paura, ma arricchire in uno scambio reciproco di esperienze. In secondo luogo, i progetti di integrazione sono costituiti da cultura: non ci potrebbe essere un futuro per i tanti giovani che arrivano con la volontà, per fare esempi banali, di imparare a leggere ed a scrivere, perché non hanno avuto la possibilità di andare a scuola al loro paese, ma anche la lingua o un mestiere, in altre parole, persone che voglio riuscire nella vita e recuperare la propria autonomia. Impresa che sarebbe impossibile senza una rete forte di una città che crede nella cultura e nella sua diffusione. E che rende i ragazzi richiedenti asilo parte integrante di una cittadinanza partecipe ed attiva alle iniziative proposte sul territorio”. Pensi che Settimo possa competere con le altre città candidate? “Certo che Settimo può competere, anzi, a maggior ragione la considero una città della cultura moderna ed al passo con le esigenze di una cittadinanza nuova, attiva e sensibile rispetto a temi contemporanei che ci coinvolgono tutti”. Pensi che questa candidatura possa portare i giovani settimesi ad avere maggior interesse e maggior cura per la propria città e per ciò che ha da offrire? “Spero con tutto il cuore che i giovani settimesi non si facciano sfuggire questa grande occasione, valorizzando ciò che hanno e non dando per scontata quella cultura fatta di quotidianità che potrebbe portarli, un domani, ad essere delle persone migliori ed a fare grandi cose”.
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