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20 Luglio 2016 - 15:31
Fiom
La Sandretto, azienda di Pont Canavese che produce presse e occupa 120 dipendenti, ha confermato la volontà di mettere in liquidazione l'impresa "a fronte delle continue perdite". Lo rende noto la Fiom dopo l'incontro al quale hanno partecipato, oltre alla direzione aziendale, i sindacati e l'assessore al Lavoro della Regione Piemonte, Gianna Pentenero.
La Regione ha chiesto all'azienda di mettere a punto un nuovo piano industriale, in grado di garantire l'occupazione, anche attraverso altre attività. Un nuovo incontro è previsto giovedì in Regione per proseguire la discussione sul piano e valutare il ricorso agli ammortizzatori sociali per evitare i licenziamenti, visto che il 16 agosto scade la cassa integrazione.
I lavoratori, che nella notte hanno tenuto un'assemblea davanti ai cancelli, hanno deciso di presidiare permanentemente lo stabilimento.
"In più occasioni - spiega Pentenero - l'azienda ci ha raccontato che stava riprendendo la produzione, tanto che era necessaria l'assunzione di 12 nuovi lavoratori e c'erano commesse per una dozzina di macchine. Ora, improvvisamente, scopriamo che il piano industriale non è sostenibile e produrre a Pont anti-economico. Pare strano che l'azienda abbia impiegato tre anni, nel corso dei quali ha tra l'altro beneficiato del sostegno pubblico attraverso la cassa integrazione, per rendersi conto che le presse non hanno mercato. ""Visto che il presidente Ventriglia sostiene la necessità di diversificare il processo produttivo, ora ci aspettiamo che presenti un nuovo piano aziendale, credibile, che consenta il mantenimento dell'attività nel Canavese e la tutela dei posti di lavoro".
"La preoccupazione dei lavoratori - spiega Fabrizio Bellino, responsabile della Sandretto per la Fiom - è che l'azienda voglia svuotare la fabbrica, vendendo macchine utensili e impianti, per poi portare i libri in tribunale e chiedere il fallimento. Siamo infatti di fronte a un gruppo che non ha mai dimostrato la reale volontà di rilanciare l'attività produttiva, dato che dallo stabilimento di Pont in tre anni non è uscita una sola pressa. Per questo continueremo a presidiare la fabbrica, a monitorare lo stabilimento, e prenderemo tutte le iniziative necessarie per tutelare l'occupazione, rilanciare l'attività produttiva e difendere un settore industriale importante per tutto il territorio. Il 28 luglio capiremo se esistono davvero le condizioni per proseguire".
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