Il PVF se ne va. Cancelli chiusi. La società calcistica, nata dalla fusione tra il Victor Favria ed il Pertusio, lascia il campo. Convenzione con il comune stracciata. Il presidente Ezio Zanotto ha comunicato il recesso in Municipio. Un fulmine al ciel sereno. Specie per chi pensava, con il nuovo accorso siglato poco tempo or sono, di riportare gli impianto allo sfruttamento dei tempi d’oro. Zanotto, arrivato dal Pertusio, abbandonate le grandi speranze degli inizi, la sicurezza di riuscire a far quadrare i conti e riuscire a garantire non solo la sopravvivenza ma lo sviluppo della società, ha gettato la spugna. Si è dimesso, poche settimane fa, nessuno gli è subentrato. Ha chiesto quindi, con una lettera, la rescissione anticipata della convenzione che sarebbe scaduta nel 2018. E i giocatori si sono spostati, chi a San Giusto, chi a Rivarolo, chi a Castellamonte. La notizia della separazione arriva senza possibilità di passi indietro, quindi. Il PVF, partito con sette squadre, cessa di esistere. Tanto è vero che l’Amministrazione Comunale ha chiuso la porta dietro di sé e si è subito guardata intorno per cercare di salvare il salvabile, tenere i ragazzi a Favria. Poche chance, tuttavia, di affidare la gestione dei campi ad un’altra associazione o società. Qualche contatto c’è stato, è vero, ma si è concluso in un nulla, come spiega lo stesso sindaco Serafino Ferrino. “Rischiamo che i due campi che hanno visto giocare giocatori famosissimi di serie A restino inutilizzati” sottolinea, pragmatico, il primo cittadino. E sono due gli impianti a cui bisognerà dare un nuovo destino: il “Carlo Picco” sulla strada in direzione Busano, omologato fino al campionato regionale di Promozione, e la struttura del Parco Bonaudo, attigua ai campi da tennis, nel pieno centro favriese, idoneo ad ospitare il settore giovanile. Che cosa chiede il comune? Poche condizioni. E mette sul piatto anche qualche incentivo. “Noi chiediamo che qualcuno intervenga soprattutto per il settore giovanile - sottolinea Ferrino -. E chiediamo solo che il gestore si faccia carico delle utenze, disponibili anzi a stanziare, come comune, un contributo, come abbiamo sempre fatto in passato”.
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