Si è aperto un nuovo processo, lunedì scorso, nella valanga di fascicoli a carico dell’ex avvocato Carla Giglio Meina, già radiata dall’albo per una serie di truffe e patrocini infedeli, assistita dall’avvocato Valentina Zancan del foro di Torino. Numerose sono le vittime dei raggiri del legale che, secondo alcune perizie già esposte nelle aule di giustizia, soffrirebbe di un disturbo del comportamento, di una "visione grandiosa di sé e del mondo”. A portarla sul banco degli imputati, stavolta, è stato Stefano Rotella, operaio che si era rivolto alla Giglio Meina in seguito ad un infortunio sul lavoro risalente al 2000. Si sarebbe trovato con un pugno di mosche, con promesse di un risarcimento che non arrivava. “Non ero così attento alle fasi giudiziarie, a me premeva avere il risarcimento, mi ero fatto male in un cantiere, credevo che tramite l’assicurazione sarei stato pagato - ha raccontato l’uomo di fronte al giudice Ombretta Vanini, nel rispondere alle domande del Pubblico Ministero Emanuele Bosio -. Io mi sono affidato subito a un legale per essere tutelato. Mai avrei immaginato che le cose sarebbero andate in tutt’altro modo…”. Giglio Meina avrebbe cominciato a raccontare frottole sull’arrivo del tanto agognato assegno. “Ero in vacanza a Londra - ha riferito Rotella -. Giglio Meina mi chiama per telefono ma mi dice: ‘i carabinieri mi hanno sequestro tutto, non posso più entrare in ufficio, ci sentiamo più avanti’. Aggiunge di aver messo l’assegno in cassaforte e che si è rotta la chiave per cui non può più aprirla e deve chiamare un’impresa. La sera ritelefono e mi dice che la stanno aprendo. Il giorno dopo ancora mi dice che hanno dovuto usare la fiamma ossidrica ed ha preso fuoco l’assegno per cui deve chiedere un rifacimento da Roma. ‘Passerà un po’ di tempo ma lo riavremo’ mi rassicura”. Intanto Rotella, aspirando a quella lauta somma, si era già messo a far spesa. “Dovevo cambiare la vettura - ha precisato -, dovevo comprare una macchina che costasse sui 3/4mila euro, ma sapendo che mi sarebbe arrivata a breve una grossa cifra, pensai di comprarne una più costosa. Lei mi rassicurava. Alla fine mi sono trovato a non poter pagare”. Giglio Meina si sarebbe offerta di anticipare i soldi di tasca propria per rimediare al pasticcio. E avrebbe dato a Rotella, in due assegni, 15mila euro. “Ormai c’era un rapporto molto confidenziale, quasi amichevole. Anche per questo continuavo a fidarmi, per le premure nei miei confronti” ha aggiunto la persona offesa. “Alla fine - ha proseguito a proposito della causa in corso con l’ex avvocato- aveva scoperto che non esisteva nulla. E’ stata formulata una proposta risarcitoria di 180mila euro al mio avvocato Garrone e l’ho accettata ma non sono mai arrivati i soldi”.
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