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IVREA. Il Pd di Ivrea a sinistra? E' un eufemismo

Francesco Comotto, consigliere comunale d’opposizione. Come si sta seduti su quei banchi?  Il mio gruppo consigliare è stato coerente fin da subito non arroccandosi su posizioni ideologiche o aprioristiche. Siamo stati molto propositivi e ci siamo sempre resi disponibili al dialogo. Purtroppo, dopo tre anni, dobbiamo riscontrare definitivamente che a questa Amministrazione non interessa discutere con le forze presenti in Consiglio essendo troppo concentrati sulle loro beghe interne. Spiace che, anche in una piccola città come Ivrea, non si possa dare vita, tramite gli organi di rappresentanza eletti dai cittadini, a politiche pubbliche alternative adeguate ai tempi, focalizzate sui problemi concreti e sganciate dalle logiche di un partito ormai estraneo ai problemi quotidiani dei cittadini. Un accordo con il collega d'opposizione Alberto Tognoli per una lista civica metropolitana. C’è chi è frastornato: destra e sinistra esistono ancora? Prima di questa esperienza elettorale non conoscevo personalmente Alberto Tognoli. Siccome non mi piace giudicare le persone senza conoscerle non mi sono fermato alle etichette che ognuno si porta appresso preferendo valutare sul campo capacità, sincerità, competenza, passione civile, onestà intellettuale, qualità che ho trovato nel collega consigliere. Con lui condivido la necessità di creare, almeno a livello locale, un'alternativa all'asfittica politica degli attuali partiti diventati ormai dei meri comitati elettorali che si preoccupano dei problemi delle persone solo in occasione delle campagne elettorali. Dopo il crollo del muro di Berlino le categorie della destra e della sinistra hanno subito delle trasformazioni radicali tanto che, oggi, spesso si confondono l'una con l'altra. Tanto per fare un esempio parlare oggi del PD come di una forza di sinistra mi sembra un eufemismo. La proposta della creazione di una lista civica metropolitana nasce proprio da queste considerazioni. Sarà più difficile che scalare una montagna, ma proprio per questo si tratterà di una sfida affascinante. Proprio in questi giorni abbiamo tenuto un primo incontro a livello territoriale e i riscontri sono stati più che positivi. Lo scorso anno è sembrato che tra le opposizioni e alcuni esponenti del Partito Democratico, più di tutti il presidente del consiglio Elisabetta Ballurio, si fosse instaurato un legame. E’ finito l’idillio? Non avendo posto pregiudiziali al dialogo con chicchessia ci siamo sempre basati sui temi da affrontare nell’esclusivo interesse dei cittadini. Se su questioni come il disastroso fallimento del CIC o sulla battaglia contro la centrale elettrica del Crist la Presidente del Consiglio, almeno nelle prime fasi, si è detta disponibile a lottare con noi non c’era motivo di prenderne le distanze. Il tempo però ha poi dimostrato come non sia facile assumere posizioni contrarie al proprio partito. Cito ad esempio la battaglia di trasparenza e di chiarezza sulla gestione della Fondazione Guelpa, ancora incredibilmente irrisolta, o la Commissione di indagine sul CIC miseramente fallita per la volontà dei componenti del PD di non spingersi troppo avanti nella ricerca delle gravi responsabilità soprattutto politiche. Questioni rilevanti per le quali, dopo una prima apparente adesione critica, la Presidente si è defilata fagocitata evidentemente dalla linea di chiusura del suo partito. D'altra parte un segretario nazionale, nonché premier, che minaccia epurazioni con il lanciafiamme per chi la pensa diversamente da lui la dice lunga sulla libertà di espressione all’interno del suo sodalizio.. Soluzioni per il futuro? Ci credi a Ivrea patrimonio dell’Unesco? Futuro è una parola che non esiste nel vocabolario di questa Amministrazione. Da sempre denunciamo l’assenza di una visione, di linee programmatiche in grado di tracciare la strada verso la città di domani. Si procede a tentoni tamponando falle, ma senza costruire nulla di strutturale. La candidatura Unesco è un’idea interessante che, se sfruttata bene, potrebbe anche generare qualche utilità per la città, ma è stata gestita in modo superficiale concentrandosi più che sugli obiettivi sulla distribuzione di incarichi a realtà o soggetti vicini al partito. Si sarebbe dovuto dare vita ad un processo culturale capace di coinvolgere tutta la città rafforzando la nostra identità territoriale. Dialogare con tutte quelle persone, di qualunque estrazione sociale, che hanno vissuto quell’epopea e che su questo tema avrebbero molto da dire e che invece sono state tenute incredibilmente a distanza. Mi piacerebbe sapere quanti cittadini sono al corrente di questa iniziativa e quanti conoscono i contenuti di un dossier di candidatura costato oltre 400.000 euro e nel quale non si trova, incredibilmente, l’edificio La Serra di Cappai e Mainardis. L’assessore al commercio cosa potrebbe fare per risollevare un settore che non ce la fa più? Io credo che la querelle intorno all’assessore al commercio sia solo un modo per sviare l’attenzione dall’inefficienza dell’intera giunta. L’esecutivo dovrebbe essere come una squadra i cui componenti si integrano e si completano l’un l’altro in maniera sinergica e condivisa mentre l’impressione generale è che qui ognuno curi solo il suo orticello. L’attività degli assessori, come quella dei consiglieri, pare più legata ai mal di pancia all’interno della maggioranza e del suo partito più rappresentativo che alla necessità di risolvere i problemi dei cittadini. Qualcuno ha analizzato le risorse destinate nel bilancio al commercio e allo sport, le due deleghe dell’assessore Strobbia? E quelle per la cultura e il turismo dell’assessore Salvetti? Noi l’abbiamo fatto e l’abbiamo detto in Consiglio nell’indifferenza totale. Si parla di briciole e di nulla di strutturale mentre si spendono oltre 400.000 euro per la candidatura Unesco e oltre 300.000 euro ogni anno per tenere aperto un museo che ne incassa meno di 3.000. Castello di Ivrea: tu cosa faresti? Il Castello di Ivrea e l’area del Duomo, con Olivetti, il Carnevale, lo stadio della canoa e la Dora Baltea, e molte altre indiscutibili emergenze erroneamente considerate minori (S. Bernardino, S. Gaudenzio, l’Anfiteatro romano, la Sinagoga, le vestigia sommerse del Ponte Romano, ecc.), il tutto inserito nello splendido scenario dell’AMI (Anfiteatro Morenico di Ivrea) costituiscono un mix da brivido che se adeguatamente messo a sistema, organizzato e promosso potrebbe apportare al nostro territorio, in questa nostra epoca post-industriale, una notevole boccata d’ossigeno ad una situazione economica e occupazionale in caduta libera. Dopo decenni di dibattiti e discussioni il Castello da quest’anno è stato definitivamente chiuso vanificando anche la meritoria attività dell’associazione che, in maniera volontaristica, organizzava visite garantendo un minimo di manutenzione anche grazie all’organizzazione di qualche evento, come Ivrea Estate, all’interno delle mura. Qualche anno fa, con il solito squillar di trombe, fu presentato uno studio durato mesi e costato, se non ricordo male, circa 40.000 euro nel quale tutti si aspettavano di leggere il futuro prossimo del maniero delle rosse torri e invece cosa si apprese? Che il Castello necessitava di interventi di restauro … Musei. Tecnologicamente cerca dei locali e il Garda boccheggia. Si è sbagliato tutto? Sul Garda qualcosa ho già detto, ma non posso non ribadire la mancanza di una visione complessiva sulle politiche culturali eporediesi. Se ci si fosse sforzati, ai tempi del lascito, di fare un’analisi della situazione socio-economica-culturale già si sarebbe potuto capire che la realizzazione di un museo come il nostro, soprattutto considerandone la futura manutenzione e gestione, era una scommessa persa in partenza. La questione del museo Tecnologicamente, recentemente salita agli onori della cronaca, è significativa della situazione confusa e disgregata nella quale ci troviamo per l’assenza di linee programmatiche chiare da parte delle amministrazioni che si sono succedute negli ultimi lustri. Va ricordato che si tratta di una iniziativa privata peraltro messa in piedi anche dall’attuale assessore alla cultura Laura Salvetti e quindi ogni azione rivolta alla sua salvaguardia dovrà essere effettua in tutta chiarezza e trasparenza. La proposta che noi porteremo nel prossimo Consiglio Comunale per evitare di perdere altri pezzi importanti della nostra cultura, anche materiale, e della nostra storia, sarà quella di farlo diventare il nucleo di partenza di un più ampio progetto pubblico finalizzato alla creazione di un museo sull’epopea olivettiana, magari integrandovi una sezione sul Carnevale ed una sull’AMI. Scs. Intorno al nuovo cda si è rotto il fronte comune dei sindaci dell’eporediese. Ivrea ha perso il ruolo di comune capofila o non lo ha mai avuto? Purtroppo l’SCS come il CCA, come tutte le aziende e le fondazioni pubbliche e le partecipate scontano decenni di mala-amministrazione legata soprattutto alla logica della spartizione politica. Si tratta di un sistema malato che, per quel che riguarda l’eporediese, sconta pure una indebita sudditanza da quelle logiche torinesi che con la nascita della Città Metropolitana relegheranno sempre più Ivrea e il territorio circostante ad una terra marginale, di confine senza capacità decisionale autonoma sulle scelte strategiche dei prossimi anni. Prossimamente assisteremo ad un processo di rimodellamento dei confini e delle funzioni gestionali e amministrative dal quale dipenderà il futuro della nostra area e per ora noi siamo stati alla finestra, lasciando decidere ad altri. Lavarini segretario della Fondazione Guelpa…  Chiarisco subito che contro il sig. Lavarini non ho nulla di personale. Ciò che non condivido assolutamente, come già anticipato in precedenza, è la modalità discrezionale con la quale è stato nominato per ricoprire un ruolo così importante ed oneroso come quello di coordinatore della candidatura Unesco. Sulla questione dell’incarico al sig. Lavarini ricordo che più volte abbiamo richiesto di poter vedere il contratto con il quale lo stesso gli è stato affidato, ma fino ad oggi non abbiamo ottenuto risposta. Ho l’impressione che gli attuali consiglieri di amministrazione della Fondazione Guelpa non abbiano piena contezza delle responsabilità che competono loro altrimenti ottempererebbero in tempi brevi a quanto legittimamente richiesto dai consiglieri comunali come si preoccuperebbero, in tempi brevissimi, di approvare il bilancio previsionale che avrebbero dovuto approvare entro fine aprile. Riguardo una eventuale nomina dello stesso Lavarini a segretario generale della Fondazione non credo abbia le competenze amministrative e contabili necessarie a ricoprire il ruolo lasciato vacante da Ettore Morezzi.
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