Nel 1990 in Piemonte è stata fondata da Marco Bongi, attuale presidente, e da alcuni soci fondatori tra cui Vito Internicola, delegato della zona di Settimo Torinese, l’Apri Onlus. L’associazione Pro retinopatici e Ipovedenti, è un’organizzazione di volontariato con lo scopo di assistere, aiutare, tutelare e rappresentare le persone non vedenti ed ipovedenti non solo del Piemonte, da cui è partita, ma anche in tutta la nazione. Il sodalizio, infatti, è molto conosciuto soprattutto tra coloro che hanno gravi problemi di vista. A Settimo, nella sede di via Fantina 20, siamo andati ad intervistare il delegato zonale Vito Internicola per saperne di più della storia e delle attività della sede settimese. I bambini sono molto contenti e curiosi. Si stupiscono sempre nel sapere quante cose in realtà possiamo fare. Mio padre era cieco e io lo sto diventando, nonostante ciò posso ancora avvitare una vite di un mobile in casa. Simona Valinotti, ad esempio, vive da sola in totale autonomia. È importante che i ragazzi sappiano queste cose. Io negli anni e spesso ancora oggi vengo perseguitato da alcune persone, molti mi dicono che sono un falso cieco perché chiamo al cellulare, senza sapere che ho salvato il numero di mia moglie e di mio figlio e mi basta premere un tasto per chiamarli. Quello che vorremmo fare con i ragazzi è proprio questo formare cittadini più civili e attenti nei confronti dei non vedenti”.Quando e com’è nata l’idea di creare una sede anche a Settimo? “Dopo aver fondato a Torino nel 1990 l’Apri, io sono stato tra i primi soci fondatori, nel 1995/96, sotto consiglio del presidente e altri soci, ho chiesto e ottenuto di partecipare ad una fiera patronale con lo stand in via Dante, quando facevano anche la manifestazione Miss e Mister Settimo con Nocerino, e così abbiamo iniziato a far conoscere l’associazione che all’epoca aveva sede soltanto a Torino e abbiamo partecipato anche ad altre fiere come quella dei Coj. Il 17 marzo del 2007, invece, siamo nati ufficialmente, ci hanno consegnato le chiavi di questi locali in via Fantina 20, prima attraverso una concessione con il Cissp di via Roma, ora abbiamo i locali in gestione tramite l’ufficio patrimonio del comune, siamo in comodato d’uso, paghiamo le spese d’utenza, la pulizia dei locali”.Di che cosa si occupa la delegazione settimese?“In primis informare chi acquisisce una disabilità visiva, consigliandoli i migliori oculisti sia della mutua che privati, in modo tale che in base alle possibilità economiche si possano indirizzare tutti a nominativi validi. Per le visite e gli esami al Mod in corso Massimo d’Azeglio. Cerchiamo di aiutare coloro che hanno delle disabilità come la maculopatia senile attraverso anche un gruppo di aiuto tutti i lunedì di ogni mese. Alle ore 17 ci si ritrova nella sede, associati e non, e con il supporto della psicologa di Ivrea Manuela Mariscotti si fa una specie di “riabilitazione visiva” in cui i nuovi arrivati e i veterani raccontano la loro storia. Lunedì 6 giugno, ad esempio, verrà una nuova signora che è stata la prima ad essere operata con risultati soddisfacenti di maculopatia che parlerà della sua esperienza. È un incontro importante, arricchente per il gruppo che è davvero un grosso aiuto per tutti coloro che hanno una disabilità visiva, si forma una rete, uno scambio davvero significativo. Inoltre siamo sempre presenti nei banchetti delle fiere della festa della solidarietà e del volontariato”.Quanti volontari siete? “Ci sono io, l’addetta stampa Giuseppina Pinna, Irene Saporito che ci dà una grande mano e la segretaria Aurora, ma è della sede di Torino”.Lavorate molto anche con le scuole. “Grazie alla biblioteca Archimede da tre anni abbiamo iniziato un percorso con i ragazzi delle scuole del territorio, dalla terza elementare alla seconda media, che si divide in due parti. Nella prima gli alunni assistono alla visione del film “Rosso come il cielo” del regista Cristiano Bortone e alla fine della proiezione i bambini possono realizzare un quadro tattile sulla scena del film che è rimasta più impressa nella loro mente, che li ha colpiti di più. Dopodiché io e Giusy eseguiamo un esplorazione tattile dando un giudizio finale. La seconda parte, invece, consiste nell’insegnarli l’alfabeto Braille e alla fine dell’ora sapranno scrivere il loro nome e cognome, grazie all’aiuto di Giusy e Simona Valinotti, educatrice non vedente. Dopo aver insegnato il Braille ai bambini, li fanno vivere l’esperienza di una merenda al buio. Prima di arrivare nella sala, la Valinotti fa percorrere agli studenti un piccolo percorso della biblioteca, rievocando in loro una scena del film, senza poter vedere, facendoli provare la sensazione. Entrati nella sala inizia la merenda in cui gli alunni prima attraverso il tatto, cercheranno di capire cosa sono i cibi che hanno a disposizione, e noi li insegniamo come distingue una cosa dall’altra, dopodiché si serviranno, mangeranno e alla fine dovranno ripulire il loro banchetto. Alla fine si tiene un dibattito costruttivo in cui io, Giusy e Simona raccontiamo la nostra esperienza. Siamo molto contenti del lavoro nelle scuole pensa che dalla prima edizione in cui avevamo 4 classi, siamo passati ad 8 e quest’anno 12, erano 14 ma due si sono ritirate per via del giorno, il giovedì, in cui non potevano essere presenti”.E le loro reazioni? “I bambini sono molto contenti e curiosi. Si stupiscono sempre nel sapere quante cose in realtà possiamo fare. Mio padre era cieco e io lo sto diventando, nonostante ciò posso ancora avvitare una vite di un mobile in casa. Simona Valinotti, ad esempio, vive da sola in totale autonomia. È importante che i ragazzi sappiano queste cose. Io negli anni e spesso ancora oggi vengo perseguitato da alcune persone, molti mi dicono che sono un falso cieco perché chiamo al cellulare, senza sapere che ho salvato il numero di mia moglie e di mio figlio e mi basta premere un tasto per chiamarli. Quello che vorremmo fare con i ragazzi è proprio questo formare cittadini più civili e attenti nei confronti dei non vedenti”.Settimo è una città “a misura di non vedente” o ha ancora molta strada da fare per adeguarsi alle vostre esigenze? “Qualche anno fa era stato fatto un reportage su questo argomento. A Settimo c’è solo una pista loges per non vedenti che è lunga 7 metri mentre sarebbe opportuno avere almeno 1 km. Soprattutto sarebbe importante che la città di Settimo realizzasse una pista loges dalla stazione di via Roma fino in via Italia, sul lato destro (con la stazione alle spalle). In quanto dall’altro ci sono rastrelliere per le biciclette, panchine, alberi con la grigia sotto- ottimi per impigliare il bastone- che impediscono il corretto passaggio e all’incrocio con via Verdi dobbiamo sempre stare attentissimi. Mentre il rifacimento del sottopassaggio ci ha aiutati con la realizzazione della rampa, peccato per il difetto genetico, ossia che due carrozzine insieme non ci passano. Attendiamo poi la realizzazione degli ascensori nel sottopassaggio della stazione, speriamo vengano messi in funzione al più presto. Però segnalo che quando si passa il sottopassaggio della stazione e si arriva a Borgo Nuovo ci sono solo 20 metri di marciapiede e poi c’è subito un parcheggio, mi hanno detto che dal lato opposto c’è un marciapiede ma bisogna comunque passare in mezzo alle macchine e per noi non è semplice. Infine, segnalo anche che in via Schiapparelli, subito all’uscita del sottopassaggio di via Leini c’è un attraversamento pedonale che dovrebbe essere rialzato o dovrebbero mettere un dosso perché le macchine vanno ad alta velocità e c’è sempre il rischio di qualche incidente, andrebbe segnalato anche il passaggio pedonale con un cartello”.I vostri rapporti con l’amministrazione? “Soddisfacenti, direi buoni. Segnalo sempre soprattutto al vicesindaco cosa non funziona ed è sempre disponibile ad ascoltarci”.E con le altre associazioni? “Buoni, sia con i coinquilini colleghi come il Co.Ge.Ha che con le altre associazioni. Con l’Unitre ad esempio abbiamo attivato una collaborazione per cui ogni anno teniamo una conferenza con un oculista ed un ortottista aperto a tutta la cittadinanza e riscuotiamo sempre un ottimo successo”.
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