"Non conosco e non comprendo per quali ragioni, signor Sindaco, lei si ostini a negare l'evidenza, ritenendo riuscita quest'ultima edizione del Carnevale, come pure quelle precedenti organizzare dalla Fondazione per lo Storico Carnevale di Ivrea, negando il pessimo risultato che è sotto gli occhi di tutti...". Diciamolo pure, quando c'era lui, era tutto meglio. Molto, molto, meglio. Ma Elvio Gambone, da quando è stato eletto consigliere comunale, non ha mancato una volta di criticare la gestione in mano alla fondazione, oltre che ad auto elogiarsi implicitamente per i fasti del passato. "La gente mi ha eletto, conosco il Carnevale e mi occupo di carnevale.." dice lui anche a chi lo attacca di pensare sempre e solo alle arance. Martedì sera Gambone non le ha mandate a dire, leggendo quattro pagine piene zeppe di critiche, incassando anche i colpi del sindaco Della Pepa: "e va bene – gli ha detto seccato quest'ultimo – quando c'eri tu le cose erano diverse ma il consorzio ha lasciato anche qualche debito...". Nelle quattro pagine l'ex numero uno del consorzio ha elencato tutto quel che è andato storto: "calo vertiginoso degli spettatori, azzeramento della parte folcloristica e di intrattenimento, Battaglia delle Arance che sta prevalendo in modo troppo pesante sulla manifestazione nel suo complesso e, soprattutto, spese lievitate senza controllo sulle voci che dovrebbero suonare più allarmanti. A questo risultato si aggiunga la scarsa chiarezza circa i costi derivanti al comune dalla manifestazione". Gambone si riferisce ai lavori di insabbiamento delle pavimentazioni cubettate della città in base ad un progetto della Giunta deliberato il 6 febbraio 2014, su cui anche Alberto Tognoli della "Lista dei Cittadini" chiese lumi. "Gli fu risposto – osserva Gambone – che era un progetto per tutto l'anno. Invece è stato sufficiente consultare l'indice dei macro-interventi del computo metrico estimativo per capire che sono quasi tutti ascrivibili alla manifestazione carnevalesca. Non comprendo perché si sia decido di mentire: è certo che un atteggiamento del genere rivela una trasparenza piuttosto opaca se non un tentativo, maldestro, di stanziare dei soldi per coprire dei costi scoperti". La conclusione, per Gambone, è una: procedere alla nomina urgente del nuovo cda, rimandare nell'autunno scorso perché a calendario l'edizione 2016 era troppo alle porte per rischiare ritardi sull'organizzazione. In questi mesi, però, non se n'è più parlato. "Urgente – precisa il consigliere – non solo affrontare con tempistica congrua l'organizzazione dell'edizione 2017, ma anche per fare in modo che entrino persone davvero competenti e in grado di contenere le spese". Un attacco a tutto tondo al Presidente Alberto Alma e a tutti i componenti del cda. In numeri? Nel 2008 il comune appaltava i servizi spendendo tra i 15mila ed i 20mila euro. Nel 2013 è comparsa a bilancio la spesa di 3700 euro per l'insabbiamento delle strade oltre a 45mila euro per "supporto tecnico". Nel 2014 la cifra è salita a 82mila euro, confermata nel 2015, a cui nel 2016 si sono aggiunti altri 30mila euro. Stesso discorso per lo smaltimento delle arance: nel 2006 sono stati smaltiti 4200 quintali, scesi a 4100 nei due anni successivi e a 4000 nel 2009. Poi un incremento repentino, a 4700 quintali, nei primi anni anni della Fondazione, per arrivare a 5003 nel 2012 e 6000 nel 2013, come dichiarato dal direttore generale della Scs. A cosa è dovuto l'incremento? Al via libera dato, secondo Gambone, ai carri: quest'anno ce n'erano 56, il 21 per cento in più dell'anno precedente. "Significa che nessuno – punta il dito Gambone – controlla il settore delle arance e degli aranceri. L'incremento dei carri è eccessivo e non è sostenibile". La ricetta di Gambone, quindi, comprende, in primo luogo, un tetto massimo sui carri. E alternative allo smaltimento: a suo dire, rivolgendosi ad una centrale a biogas e non all'impianto di Pinerolo, si potrebbero risparmiare 100mila euro, il che significa considerare la poltiglia rifiuto organico e non rifiuto urbano, e Della Pepa aveva asserito che si sarebbe rivolto, a tal fine, alla Città Metropolitana. Ciliegina sulla torta, Gambone ha sottolineato, martedì sera, che "il pessimo risultato è sotto gli occhi di tutti: un'unica smisurata battaglia delle arance e una parte storica ridotta all'osso e che quasi scompare, sopraffatta dalla prima. Immagine e promozione all'esterno non all'altezza della manifestazione, una sfilata misera e malinconica con dei vuoti terribili tra un giro e l'altro, l'immagine scialba di uno Stato Maggiore assolutamente anonimo. Il Carnevale oggi pare piuttosto l'unione di feste e componenti diverse che fanno ciascuna quello che vuole e non interagiscono tra loro". Ultima stoccata sugli "stipendi" del cda: "da un punto di vista etico, poi, sarebbe anche il caso che gli organizzatori non solo non fossero pagati ma nessuno risultassero destinatari di affidamenti di alcun genere, siano per comunicazione che per acquisto libretti o altro. Tutti loro sono, ovviamente, brave persone e assolutamente in buona fede, forse, tuttavia, occorrerebbe che si interrogassero sulle loro effettive capacità organizzative e occorrerebbe che chi ce le ha messe riconoscesse di aver sbagliato".
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