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SETTIMO TORINESE. Settimo, crocevia di Popoli

L’associazione Casa dei Popoli è nata a febbraio 2006 su iniziativa della città di Settimo Torinese come luogo d’inclusione, integrazione, sensibilizzazione e unione tra culture in cui la parola d'ordine è: praticare solidarietà. Al suo interno partecipano associazioni che si occupano di iniziative solidali e di cooperazione internazionale. Quest’anno festeggerà il suo decimo compleanno. Siamo andati ad intervistare Cinzia Messineo, da tre anni presidente del sodalizio ( a marzo verrà rinnovata la carica, ndr), per approfondire le attività del sodalizio.   Com’è nata Casa dei Popoli?   Il sodalizio è nato dieci anni fa sia per volere del comune di Settimo Torinese che di persone operanti nel territorio settimese, tra cui Umberto Salvi, primo presidente di Casa dei Popoli, che lavoravano già nel mondo del volontariato che hanno fortemente voluto creare un luogo in cui far incontrare il volontariato con l’intercultura e la solidarietà. Attraverso il sostegno e l’appoggio dell’amministrazione comunale si è riusciti a costruire un progetto nato da incontri, riflessioni e confronti tra le associazioni.   Quante associazioni fanno parte del sodalizio?   Prima eravamo 18, da questo mese siamo 21 perché sono entrate tre nuove associazioni (Haiti Italia, Terra Terra e Uscire dal Silenzio). Hanno tutte un occhio particolare su focus che a noi interessano particolarmente: diritti umani, solidarietà ed equità.   È difficile gestire tante associazioni insieme?   È complesso ma anche molto stimolante. Siamo tanti e con impegni diversi. Con alcune ci vediamo molto con altre un po’ meno. Esiste un patto implicito in cui ognuna tende a valorizzare le attività delle altre. C’è uno scambio continuo, ovviamente ci sono periodi in cui alcune sono più presenti di altre e viceversa ma la cosa importante è che ognuna si senta parte di questo progetto.   I rapporti con l’amministrazione?   Nasciamo come emanazione del comune. E' insito nella nostra storia lo stretto legame con l’amministrazione. È stata un’esperienza bellissima, propositiva, fatta di riflessioni comuni e azioni condivise. La città di Settimo è stata una palestra per noi che, per fortuna, ha radicato in sé il termine accoglienza: non bisogna spiegarlo o farlo comprendere, l'accoglienza è nel dna dei settimesi. Il nostro punto di forza probabilmente è proprio il forte radicamento che abbiamo sul territorio. L’amministrazione ha avuto un ruolo importante per la nostra attività. Questo percorso ha portato anche ad una gestione condivisa del progetto Sprar (Sistema di protezione richiedenti asilo e rifugiati) insieme al comune e alla Croce Rossa che, con la sua profonda esperienza nella gestione dell'emergenza e degli aiuti, si occupa della gestione del Centro Teobaldo Fenoglio.   Di cosa vi occupate nello Sprar?   Abbiamo messo in gioco le nostre professionalità che abbiamo approfondito e perfezionato in questo percorso. Noi ci siamo occupati e ci occupiamo ancora di realizzare corsi sulla cittadinanza e la legalità per i migranti. Ci occupiamo anche di una parte delle procedure di rendicontazione e del monitoraggio delle attività, di sensibilizzazione e integrazione sul territorio, di incontri e laboratori con le scuole, di tutti i gradi (elementari, medie, superiori), su questi temi. Le cene che realizziamo presso il Ristorante della Suoneria sono il nostro modo di raccontare storie del mondo, di realtà lontane dalla nostra di cui è necessario parlare e spesso i cuochi sono proprio del centro Fenoglio che portano i sapori dei loro paesi d’origine. Ovviamente non riceviamo contributi dal comune come la maggior parte delle associazioni ma riceviamo dei fondi in quanto partner del progetto Sprar.   Lavorate molto con le scuole?   Sì, nel corso di questi anni abbiamo realizzato molti incontri con alcuni ragazzi del centro Fenoglio, in particolare con il mediatore Abdullahi Amhed, con giornalisti come Daniele Biella, attenti alle tematiche da noi affrontate, e altri ancora. Quest’anno, grazie anche alla collaborazione con la rassegna teatrale “Rifugi” curata dall'attrice settimese Elena Ruzza, l’associazione Terra Terra e Compagnia 3001, con Adriana Zamboni e Margherita Casalino, abbiamo coinvolto gli studenti dell’istituto Galileo Ferraris in un radiodramma sul tema dei migranti che sarà trasmesso su radio Archimede e si potrà ascoltare anche attraverso podcast. I ragazzi stanno reagendo molto bene e sono molto motivati. Il 25 febbraio è ripartito il percorso "Liberi di liberi da ...... Storia di Samia" in collaborazione con l'associazione Terra Terra. Durante questo anno scolastico più di 700 studenti settimesi hanno partecipato alla piece teatrale sulla storia dell'atleta somala, portata in scena da Elena Ruzza e ai laboratori organizzati da Casa dei Popoli.     Oltre alla solidarietà, vi siete sempre occupati di cooperazione allo sviluppo.   Nel passato, lo abbiamo fatto con il Comune, con il percorso della cooperazione decentrata. Inoltre, alcune associazioni socie di Casa dei Popoli lavorano nei paesi del sud del mondo e ciò ci ha dato la possibilità di approfondire la riflessione. Avere all’interno del sodalizio delle Ong (come CISV e RE.TE) che lavorano in diversi paesi dell’Africa sub sahariana, da cui provengono molti ragazzi del centro Fenoglio, come il Mali, il Senegal, la Guinea ci permette di avere una conoscenza di tutto il percorso, di tutto il viaggio, dalla partenza fino all’arrivo. Le Ong lavorano per dare risposte concrete e si occupano anche della non-migrazione, ossia di lavorare sulle cause e non sugli effetti della migrazione, capire cosa si può fare nei paesi d’origine per evitare la migrazione non consapevole e aiutare chi rimane in quei luoghi. C’è un dibattito assiduo su questo tema.   Quest’anno festeggiate i 10 anni d’attività, cosa avete in programma?   Abbiamo una serie di attività legate sempre ai nostri temi. Alcune feste che coinvolgeranno tutta la popolazione, anche i migranti, cercheremo di creare una grande festa per tutta la città per festeggiare e costruire. Sarà previsto anche un torneo di calcio cittadino. Ma stiamo ancora definendo tutto il programma, non posso dire di più.   Avrete delle iniziative a breve?   Il 17 marzo sarà una giornata molto importante per Casa dei Popoli. La mattina accompagneremo alcune classi del Galileo Ferraris a vedere la mostra “Mai più schiave”, percorso fotografico sul tema della tratta, che l’associazione mette a disposizione nel calendario delle iniziative per l’8 Marzo, che sarà visitabile all’Ecomuseo del Freidano dal 15 al 22 marzo. I giovani incontreranno l’autrice della graphic novel “Trattate Male”, Laura Bastianetto. Nel pomeriggio, sempre presso l’ecomuseo avremo ancor ospite l’autrice che incontrerà la cittadinanza e infine la sera organizzeremo una cena presso il Ristorante della Suoneria in cui sarà ospite.   A marzo verrà rinnovato il direttivo, un bilancio dei tre anni come presidente?   Sono stati tre anni intensi, in cui abbiamo realizzato tantissime attività. Questi tre anni hanno rafforzato la mia convinzione che realtà come queste devono continuare a vivere. Ce n’è bisogno, urgenza necessità. Siamo dei mediatori di realtà, di diritti. Credo che, nel momento storico in cui viviamo, Casa dei Popoli sia una di quelle realtà che si impegna per abbattere i muri e realizzare azioni di testarda e ostinata solidarietà.      
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