La Fondazione dovrebbe espellere i "Boia del Tiranno". E' Giancarlo Maffeo a dirlo, capo degli Scorpioni d'Arduino. Ne è convinto perché le polemiche alimentate dal carro, sul lancio di un sampietrino, finite in una denuncia e in un'indagine aperta presso il Tribunale dei minori, nei confronti di un ragazzino di 14 anni con la casacca degli Arduini, sono finite in una bolla di sapone, ma lasciando astiosi strascichi all'interno della manifestazione, tanto che all'ultima edizione la squadra ha cercato di impedire l'ingresso dei Boia del Tiranno in Piazza Ottinetti, durante le giornate di tiro. Il Tribunale ha infatti archiviato il caso: in alcuno dei filmati e in alcuna delle fotografie prodotte compare una pietra. Da nessuna parte. Forse le immagini presentate risultavano troppo sfocate ma lo stesso Pm ha constatato che non vi fosse alcuna prova, oltre al racconto dei componenti della pariglia. Ora gli Scorpioni d'Arduino stanno valutando persino la possibilità di chiedere i danni morali "per il grande danno subito – come spiega Maffeo – nel nostro cinquantennale". "Sono sempre stato sicuro che non potesse essere lui, che fosse una montatura – sottolinea Maffeo a proposito del quattordicenne -. Un ragazzino può tirare l'arancia più dura di questa terra ma non può causare un danno del genere". Gli Arduini hanno aiutato il ragazzo, fornendo al suo avvocato, Marco Stabile, tutto il materiale visivo in loro possesso. Si son fatti le indagini all'interno della squadra. "Quella maschera – rimarca il Presidente - era già bollata e poi non ho mai visto su un carro una maschera di scorta". Un mese e mezzo prima del carnevale i Boia del Tiranno hanno inviato una lettera alla squadra, asserendo di non essere mai stati loro a puntare il dito. Gli Arduino non ci credono. "Forse qualcuno ha agito in buona fede e qualcun altro magari in cattiva fede – osserva Maffeo -. Credo che il capocarro avrebbe dovuto bloccare il carro e la battaglia subito, saremmo stati i noi i primi ad intervenire. Io non capisco perché ci abbiano colpiti nel nostro cinquantennale ma se volevano fare questo ci sono riusciti. Forse perché siamo una squadra normale, per alcuni versi scomoda, che vuole fare carnevale, e lo facciamo ancora come cinquant'anni fa. Noi non siamo in piazza per il premio ma a mangiare un piatto di pastasciutta. Né siamo in grado di votare i carri, ritengo che dovrebbe farlo qualcuno che si intende di finimenti. Poi se parliamo di combattività nessuno si è evidenziato particolarmente". Secondo Maffeo deve essere l'organizzazione ad intervenire. "La Fondazione non dovrebbe più iscrivere questo carro – rimarca lui -. Noi non li abbiamo fatti entrare in piazza, quest'anno, perché sopra c'erano elementi presenti all'edizione 2015. Gli animi sono caldi durante la manifestazione. Ci sta tutto, a volte subentra il nervosismo, ma fondamentalmente il Carnevale di Ivrea deve finire con una stretta di mani. C'è della violenza ma deve finire così. Noi con quel carro lì non tireremo mai più. Se posso chiedere dei danni morali, visto che ci hanno fatto del male nel nostro cinquantennale, li chiederò, e se ci sarà una cifra andrà in beneficenza".
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