Chi non conosce Elvio Gambone. Per tredici anni, finché è esistito il Consorzio, dal 1997 al 2009 (ma l'ente, tra vari Presidenti, è esistito per ben ventun anni in tutto), è stato il volto del Carnevale, il fac-totum dietro le quinte dell'organizzazione. Un monopolio che così monopolio forse non era... Dalla morte di Adriano Olivetti, abituato e talmente innamorato della sua città da coprire gli eventi buchi del bilancio carnevalesco, la palla passò in un primo tempo ad un Comitato, poi si mise in piedi una struttura più definita. Al bando, biennale, andava presentato un programma e la relativa copertura economica. Se il Consorzio è sempre riuscito ad aggiudicarselo, si deve anche riconoscere il merito di un dinamismo ed un'iniziativa che hanno sempre contraddistinto Gambone al punto da farlo venire a noia a tanti, compreso il Sindaco Carlo Della Pepa. Sotto il suo mandato la nascita della Fondazione e la cancellazione del Consorzio. Così ha fatto fuori Gambone. Ma oggi, dopo pochi anni, c'è già chi lo rimpiange. Chi tra gli spettatori non viene più ad Ivrea il sabato sera perché ci veniva per vedere i fuochi, spostati la domenica. Un deserto il lunedì sera senza il suono che lo addolciva delle bande. E lui? Osserva, aspetta, al momento giusto dispiega le armi e attacca la Fondazione in Consiglio Comunale. Lo abbiamo incontrato, in questi giorni in cui lo Storico Carnevale sta entrando nel vivo. Te lo ricordi ancora il tuo Carnevale? Certo. Era un Carnevale fatto di tante cose. Il Carnevale secondo me è storia, folclore e battaglia delle arance. Era un Carnevale che portavamo all'estero, che cercavamo di espandere. Non era un Carnevale per pochi ma per tanti. Oggi? Manca il folclore. La gente viene per la battaglia ma ci devono essere altre attrazioni, altre manifestazioni collaterali. Ai miei tempi avevo inventato Fagiolandia, evento gastronomico dedicato ai fagioli grassi, due domeniche prima del Carnevale. E poi la Coriandolata, mezzo metro di coriandoli in via Arduino al passaggio delle bande. Ma Ivrea in questi giorni pullula di feste. Qual è la differenza tra festa e folclore? Di feste private ce ne sono a iosa, dappertutto, ma il folclore per le strade, a portata di tutti, non c'è più. Ai tuoi tempi? Il lunedì c'erano le bande in piazza. Menomale che sono stati mantenuti il mercatino degli aranceri ed i carri da getto. A proposito di carri da getto. 56 quest'anno. Troppi, secondo te, si sente dire in giro... Sono troppi. La città è intasata. Quando c'ero io ce n'erano trenta. Dal 2009 ad oggi si è verificato un aumento sproporzionato di arance: da 400 a 600 tonnellate che Scs smaltisce. Se si continua così è la fine della battaglia. Non si può intasare la città ed illudere i ragazzi che spendono mille euro per tirare su un carro. Che cosa faresti? Ai miei tempi il limite era di trenta carri al giorno. Si deve arrivare ad una condivisione con le componenti perché circoli un numero equilibrato di carri. Secondo il Carnevale di Ivrea ha ancora lo stesso senso di un tempo? No, il Carnevale cambia come cambiano i tempi. Io ricordo la battaglia, quando ero ragazzo. Pochi carri, pochi aranceri. Oggi tanti di più. Bisogna mettere delle regole, e bisogna anche farle rispettare. Dove è migliorabile il Carnevale? Bisogna riuscire a creare eventi collaterali per tutti, sia a livello gastronomico che folcloristico. Il Carnevale è un veicolo di pubblicità. Ivrea è conosciuta nel mondo per la battaglia delle arance. Bisogna fare attenzione a non rivinarla. Che consiglio daresti alla Fondazione? Dico che se serve un riempitivo non basta spostare un evento da una sera all'altra, come è stato fatto con i fuochi artificiali, spostati dal sabato alla domenica. Si svolgevano il sabato in onore della Mugnaia. E' una mancanza di rispetto. E inoltre quando esisteva il Consorzio presentavo il Carnevale in conferenza a Parigi, a San Pietroburgo, a Grenoble, andavo in quei posti per far conoscere il Carnevale. Sono stato alla Sorbona. Che si organizzi la conferenza stampa quantomeno in Regione, a Torino. Essenziale è il contatto con la gente. E poi? Secondo me chi organizza non deve essere legato alle componenti, deve essere super partes. E chi lavora per il Carnevale deve lavorare gratuitamente. La verità! Ti piacerebbe tornare ad occupartene? Non lo so. Oggi ho 65 anni, allora ne avevo 45.... C'è anche il fattore età. Allora diciamo così, a che condizioni torneresti? Alle mie condizioni.
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