Cerca

IVREA. Talponia, un bordello “Unesco”

“Dall’Unesco all’Unescort, non è un gioco di parole e vi faccio vedere perchè...“, così Tiziana Panella conduttirice di Tagadà, giovedì scorso, dagli studi di La7. Con lei, a commentare un servizio su Talponia, il critico Vittorio Sgarbi, l’europarlamentare Clemente Mastella e il deputato Michaela Biancofiore. Perchè oggi a Ivrea, dire Talponia, o raccontare di altri edifici di epoca Olivettiana, significa parlare di candidatura Unesco, costata fino a qui, e solo per la preparazione del dossier, la bellezza di 450 mila euro. La cosa che fa un po’ sorridere - e in tv si sono messi a ridere un po’ tutti -  è che in uno di questi edifici ci vivino e lavorino delle prostitute. Come dire (e lo hanno proprio detto) “così si rischia di candidare un bordello”. “Il problema - racconta il consigliere comunale Alberto Tognoli al microfono del giornalista Michele Valentino - non sarebbe sorto se l’Amministrazione comunale quando ha consentito il frazionamento dell’edificio si fosse preoccupata di porre condizioni sull’utilizzo....”. E lo scandalo televisivo non finisce qui. Perchè a Talponia c’è pure un asilo privato che da quando sono arrivate le prostitute quasi non lavora più. In strada c’è chi se la prende con chi starebbe favorendo questo mercato del sesso, chi non sa, chi lo ha sentito dire, ma chissà se poi si hanno le prove. E dire che bastava una telefonata. “Pronto? Parto da 50. Sono completissima. Facciamo 100 con rapporto completo. Mi trova a Talponia...”. Non ha dubbi Vittorio Sgarbi. L’Unesco?  “E’ un organo che esprime più negatività che positività. E’ un ente inutile. Tutta l’Italia è Unesco. Dovremo saperci sottrarre a questo marchio. Nel comparto Olivetti c’è una cappella bellissima con affreschi di Martino Spanzotti: Ivrea non ha bisogno dell’Unesco...”. E poi ancora. “Spendere 450 mila euro per la candidatura è buttare via i soldi. L’Unesco serve ai sindaci per sottrarsi ai poteri dello Stato. Non dà soldi. Non ha una funzione. Quando uno vuole fare una cosa brutta si può sempre dire che c’è l’Unesco....”. Ciliegina sulla torta: “Non c’è sito dell’Unesco che non abbia delle puttane. Dove c’è un sito Unesco c’è una puttana” Il dito dunque è puntato su Della Pepa, difeso in studio solo da Clemente Mastella (“Io non so se il sindaco  ha dei poteri. Sulle strade è un conto. L’Unesco magari serve per eliminare il problema...”.) Una difesa, in realtà, piccola piccola, quasi d’ufficio... Poteva finire qui e sarebbe finita qui, non fosse che Della Pepa si è  preso la briga di telefonare in diretta in trasmissione. Non l’avesse mai fatto: una figuraccia spaziale....    

La telefonata del sindaco

Carlo Della Pepa: “Ho sentito quello che voi avete detto. La candidatura Unesco di Ivrea è la candidatura di una storia industriale che parte dalle fabbrica e dalle case, che sono anche quelle di Talponia. In quell’edificio, come voi segnalavate, mi sembra, che alcune persone esercitino l’attività di prostituzione. ....” Tiziana Panella: “Non ci sono dubbi, sindaco. Se vuole le diamo anche il tariffario” Carlo Della Pepa: “Sono contento che voi non abbiate dubbi. Da questo punto di vista la candidatura Unesco esula da questo. Concordo con Mastella quando richiamava i poteri dei sindaci. Completamente in disaccordo con l’onorevole Sgarbi” Tiziana Panella: “Sì, ma da chi è partita la candidatura?” Carlo Della Pepa: “La candidatura è partita dal Comune e dalla Fondazione Adriano Olivetti” Tiziana Panella:  “Appunto: noi non siamo  indovini e mi stupisce che lei apprenda questo da noi” Carlo Della Pepa: “Si io lo sapevo...” Tiziana Panella: “Quindi ne è convinto...!” Carlo Della Pepa “Attenzione. Quello che lei sostiene è un’attività che persone fanno all’interno delle loro abitazioni. Dopo di che le forze di polizia fanno la loro attività...”. Tiziana Panella “Questo è strano” Carlo Della Pepa “Siete voi strani che mettete in correlazione queste due cose...” Tiziana Panella “Siamo strani noi che ci stupiamo. E allora lei continui a seguirci e vedrà quanto siamo bizzarri..”.    

Alberto Tognoli non ha dubbi. Talponia alle escort: colpa del Pd

  Entro febbraio il dossier sulla candidatura Unesco di Ivrea come “Patrimonio industriale del XX° secolo” dovrebbe essere a Parigi ed è qui che si deciderà il destino di un lavoro costato alla collettività la bellezza di oltre 450 mila euro. Nel dossier, realizzato da un team guidato dal consulente Renato Lavarini, ci sono finiti una serie di edifici “ex olivettiani”, quasi tutti di proprietà privata,  sull’asse di via Jervis. Tra questi, pure “Talponia”. A detta del comitato, il complesso che conta un’ottantina di appartamenti interrati, costruiti negli anni Settanta, su idea degli architetti Roberto Gabetti e Aimaro Isola, sarebbe un esempio di architettura moderna unica nel suo genere. Ed è vero! Ed è un giudizio su cui non si può non concordare. Si concorda ma non troppo, almeno stando a quello che oggi è diventata Talponia e cioè un vero e proprio “puttanaio”. E quando diciamo “proprio” è “proprio” per sottolinearne l’utilizzo che se ne fa. Se ne è discusso ampiamente in un recente in consiglio comunale, grazie ad una mozione presentata dal consigliere comunale Alberto Tognoli. Cos’è oggi “Talponia”? Cosa sono diventati quegli ex alloggi residenziali, già arredati, costruiti per i dipendenti Olivetti? Per carità qualcuno ci abita pure, ma sono molti di più i monolocali e bilocali affittati alle escort che qui si trovano davvero a loro agio grazie alla conformità di un edificio che garantisce l’anonimato ai frequentatori. Per accedervi è necessario passare attraverso un tunnel sotterraneo e le finestre di tutti gli appartamenti danno su un bosco. Insomma il massimo della riservatezza. Non proprio il massimo, invece, per gli altri residenti che, in più di una circostanza, hanno avuto modo di far emergere il loro malumore per la non facile convivenza con le escort. “E’ tutta colpa del Pd – aveva già sostenuto Alberto Tognoli – E peraltro in città ci sono i ruderi di un’altra costruzione finita a suo tempo sulle riviste di architettura americane: l’ex Hotel La Serra. Non ho letto da nessuna parte se ci sono o no le escort anche qui, ma non ci vuole molto per constatarne il decadimento progressivo. Non è neppure il caso di perdersi in commenti sull’esito di quella famosa società, Effetto Serra, sorta per risollevarne le sorti e poi finita sfortunatamente a carte quarantotto. Sarebbe persino troppo facile trovare i nessi e i collegamenti tra i componenti della società e quell’area “sinistra” che governa la Città (volendo si potrebbero assolvere quei pochi coraggiosi che ci credevano pure)….” Il problema, secondo Tognoli nasce tutto dalla variazione della destinazione urbanistica dei due edifici,  decisa per consentire una vendita “spezzatino”. Una furbata da qualunque parti la si guardi e che fece la fortuna dell’allora proprietario Pirelli Re. E furono tanti gli eporediesi che si precipitarono a comprare, a tutti i costi, senza considerare le spese che ci sarebbero poi state per la manutenzione. Da qui alla decisione di molti nuovi proprietari di affittare anche alle prostitute per non rimetterci la camicia, il passo è stato breve. “Chi ha dato il via ad una operazione urbanistico-edilizia che ha trasformato le destinazioni iniziali per giungere a quella attuale? Chi ha autorizzato lo “spezzatino” che ha frammentato la proprietà in un mosaico dalle centinaia di tessere? Ma chi se non la nostra tanto acclamata Amministrazione Comunale! L’amministrazione consentì allegramente la variazione di destinazione, senza preoccuparsi del dopo. E oggi viene a galla proprio la mancanza di una inderogabile Convenzione tra la (o le) proprietà e l’Amministrazione che ne avrebbe impedito il decadimento….”
Commenti scrivi/Scopri i commenti

Condividi le tue opinioni su Giornale La Voce

Caratteri rimanenti: 400

Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter

Edicola digitale

Logo Federazione Italiana Liberi Editori