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SCARMAGNO. Telis: nessuna soluzione all'orizzonte

SCARMAGNO. Telis: nessuna soluzione all'orizzonte

scarmagno fiamme ex-olivetti

La fine del complesso industriale ex Olivetti di Scarmagno sembra segnata dopo l'incendio che nel 2013 aveva ridotto in cenere i capannoni (e per cui sono stati eseguiti dalla Procura di Ivrea i rinvii a giudizio dei presunti responsabili).

Tutto è legato all'inviduazione di un acquirente. E al bando per le manifestazioni d'interesse, scaduto il 26 di agosto, sono pervenute soltanto quattro manifestazioni d'interesse: tre riguardanti la sede Telis di Pagani (SA) ed una sola riguardante, globalmente, i siti che si trovano a Strambino, Peschiera Borromeo, Roma e Pagani.

"Il curatore fallimentare ha comunicato che si sta procedendo alla valutazione degli asset aziendali e si sta lavorando all'ipotesi di una gara che dovrebbe avviarsi in questi giorni, in modo da poter arrivare alla produzione di un qualcosa di concreto entro la fine dell'anno" fa sapere l'Assessore Regionale Giovanna Pentenero che a fine ottobre ha risposto ha risposto all'interrogazione, presentata pochi mesi fa, dallla Consigliera Regionale Francesca Frediani del MoVimento 5 Stelle per conoscere quali azioni la Giunta Regionale intende intraprendere.

"Quello che la Regione Piemonte può offrire – sottolinea, e circoscrive, Pentenero - è un eventuale investitore, nel rispetto delle procedure pubbliche previste, strumenti di sostegno agli investimenti e all'innovazione, di garanzia sul credito, per la formazione e la riqualificazione dei lavoratori. Ed è questo che noi abbiamo dichiarato come nostra disponibilità al Ministero. Già nell'incontro del 22 settembre scorso la Regione Piemonte ha dichiarato la disponibilità ad incontrare, di intesa con il MiSE, chi ha manifestato interesse nei confronti del complesso aziendale".

Il rogo risale al 19 marzo 2013. Distrutta una parte del comprensorio industriale di Scarmagno, che allora si chiamava Celltel, poi Wirelab e Comdata. L'attività era stata trasferita in un capannone a Strambino. L'azienda è formalmente fallita il 1° luglio 2015 e i suoi 167 lavoratori hanno utilizzato ammortizzatori sociali scaduti il 5 luglio 2015, per cui si è attivata la procedura di licenziamento collettivo, concordando (tra enti, sindacati e curatore fallimentare) ammortizzatori sociali ancora per un anno. Al momento, tuttavia, la cassa integrazione straordinaria, che prevede il pagamento diretto da parte di INPS, non è ancora stata autorizzata dal Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, "e questo – precisa Pentenero - semplicemente per un problema di tempistica della norma, anche se abbiamo interrogato di recente il Ministero per comprendere a che punto sia la questione".

 
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