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06 Novembre 2015 - 10:16
La Città cosparsa di manifesti di pubblicità del Vespa Club. E' accaduto poche settimane fa quando qualcuno, del gruppo, ha tappezzato in lungo e in largo i muri e le pensiline. Una manifestazione di entusiasmo fuori dalle regole che ha stizzito la minoranza consiliare "Riparolium". In pochi minuti Martino Zucco Chinà ed Aldo Raimondo han protocollato un'interrogazione, piombata sul tavolo del Consiglio Comunale martedì scorso, chiedendo al Sindaco Alberto Rostagno di prendere le distanze e rimproverare pubblicamente il Club, non foss'altro per la presenza, come consigliere del direttivo, di Daniele Intravartolo, che è anche consigliere comunale di maggioranza. "Da voi proprio non ce lo saremmo aspettato..." han detto, in sostanza, Zucco e Raimondo, rimarcando che esiste un regolamento per le affissioni e relative tariffe, e andrebbe rispettato. "Lodevole l'attività – han detto – ma per un anno ci siamo sentiti insultare sul tema della legalità, e siccome la si sbandiera... Sono almeno quattro le associazioni che ci hanno chiamato, oltre a parecchi cittadini, per lamentarsi di questi manifesti appesi infischiandosene del decoro urbano".
Rostagno non ha potuto far altro che ammettere il torto, sottolineando che, parallelamente, sono arrvate, dal direttivo, anche le scuse. "Io ho chiesto una lettera di scuse ed una di spiegazioni, mi sono arrivate entrambe – ha illustrato il primo cittadino -. Mi è stata data una ricevuta relativa al pagamento delle affissioni e mi è stato riferito che i manifesti sono stati dati incautamente nelle mani di alcuni ragazzini, ma è durato tutto 24 ore. Abbiamo detto di levarli, e che non si ripeta più. La prossima volta faranno attenzione..."
Manca a dirlo, al discussione è scivolata sull'ormai pedante tema delle legalità ai tempi dell'Amministrazione Bertot. A sollevarlo è stato il capogruppo di maggioranza Fabrizio Ricciardi, con osservazioni fuori luogo, tanto che poi il Presidente Fabrizio Rosboch ha dovuto invitare tutti a tornare al fulcro dell'interrogazione. Ebbene, Ricciardi s'è messo a rivangare il "fuggi fuggi" che si verificavano nei Consigli Comunali ai tempi del centrodestra, quando "in aula restavano soltanto l'interrogato e l'interrogante", mentre oggi tutti stanno ad ascoltare tutti. "In questa interrogazione – ha ironizzato – manca soltanto la richiesta di condanna, ma la lapidazione è ormai abolita in molti paesi. Credo che se l'intento fosse provocare.. allora l'autore è un pessimo lanciatore di boomerang. Invito questi signori a fare dei passi indietro sulla legalità visto che i commissari non li abbiamo chiamati noi".
A questo punto Martino Zucco Chinà ha perso la pazienza. Gli si è corrugata la fronte, ha puntato il dito, alzato la voce (e perché Zucco la alzi, ce ne vuole..): "preferirei non andare a recuperare un passato che più passa il tempo e più si rivela infondato. E allora andrei a prendere quel Ministro che commissariò Rivarolo oggi che si parla di mafia capitale e ancora molti siedono ai loro posti a Roma. Questa è una farsa. E lei, Ricciardi, viene a richiamare ciò che è successo a Rivarolo? Non si può tirar fuori soltanto quello che fa comodo per screditare gli avversari".
Ci ha pensato Renato Navone di "Rivarolo e frazioni" ad affievolire il clima: "è inutile rinfacciare che uscivamo dall'aula alle interrogazioni: quando in tv c'era la partita io proprio non venivo!".
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