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IVREA. Riuscirà a partire l'Istituto Tecnico per le Biotecnologie?

IVREA. Riuscirà a partire l'Istituto Tecnico per le Biotecnologie?

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Che succederebbe se ad Ivrea aprisse un Istituto Tecnico capace di dare cento crediti formativi? Ovvero quasi come una laurea triennale (da 120 crediti). Tanto da bastare a passare direttamente all'ultimo biennio di Università.

Succede, come sta succedendo ad Ivrea, che le Università si stanno mettendo di traverso al progetto, elaborato con la Fondazione Its Energia, in una partnership con l’Istituto tecnico industriale Camillo Olivetti, dove si troverebbe la sede legale, e con il Bioindustry Park di Colleretto Giacosa, dove starebbe la sede operativa (parco dell'innovazione che, tra l'altro, proprio poche settimane fa ha ottenuto la prestigiosa certificazione europea di eccellenza nel campo biomedicale). Il progetto è stato presentato al bando pubblicato dal Ministero con la Regione, che ne segue l'iter, per l'accesso ai finanziamenti. Potrebbero già arrivare 400 mila euro per dare il via al primo biennio. Un prestigio per Ivrea, che favorirebbe la crescita di giovani oggi costretti a recarsi a Torino, dove si trova l'Università delle Biotecnologie. Basta pensare che il premio è stato assegnato esclusivamente a 57 cluster europei su un totale di 800 analizzati.

"Entro il 30 novembre potrebbero già partire i corsi per l'anno accademico 2015/2016" ha annunciato l'Assessore Augusto Vino, lunedì sera, in Consiglio Comunale, portando, come punto all'ordine del giorno, il rinnovo della partecipazione alla Fondazione Energia. "Se permanesse la chiusura delle Università, tuttavia – ha aggiunto l'Assessore- l'avvio potrebbe slittare all'anno accademico 2016/2017. Gli atenei si sono irrigiditi perché prevedono l'obbligo di partecipare ad almeno un dipartimento".

L'idea è nata proprio in seguito alla pubblicazione del bando. "Abbiamo cercato un partenariato – illustra Vino -. Ci è sembrato interessante partecipare: si tratta di un settore economico di sicuro sviluppo".

Dubbi sono state espressi dal consigliere del Movimento 5 Stelle Pierre Blasotta, scettico sulla qualità della formazione che ha raggiunto, in generale, la scuola in Italia. "Condivido l'osservazione di Blasotta, ma i finanziamenti saranno legati per altro agli esiti occupazionali, questo mi fa ben sperare" ha risposto Vino.

L'accesso ai corsi, se partiranno e quando partiranno, dovrebbe essere a numero chiuso, per un massimo di trenta studenti.  

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