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RIVAROLO. Manavello a processo per i debiti della Rivarolese Calcio

RIVAROLO. Manavello a processo per i debiti della Rivarolese Calcio
Avrebbe utilizzato i proventi derivanti dalle sponsorizzazioni calcistica per sanare i debiti della Rivarolese Calcio con le banche, e non doverci così rimettere di tasca propria, essendosi personalmente prestato, con una fideiussione, garante del conto corrente. Peccato che, nel passaggio di testimone, il nuovo Presidente della società aveva avuto da ridire sui metodi. Tanto da presentare denuncia. Adesso Massimo Manavello, ex numero uno del club granata negli anni d'oro, fino al 2007, nonché già consigliere comunale al fianco dell'e primo cittadino Fabrizio Bertot (mandato 2003-2008), si trova imputato, presso il Tribunale di Ivrea, per il reato di "appropriazione indebita". I fatti risalgono al lontano 2008 e riguardano il contratto da 100mila euro di contributo per la pubblicità stipulato con la Stamet, azienda con sede a Feletto di proprietà proprio di Bertot. In quel momento, a capo della società, si trovava Renzo Tomasi Canovo. "A me spettava il compito di traghettare la rivarolese. Manavello aveva rinunciato alla Presidenza, nel giugno del 2007, per incarichi di lavoro presi all'estero. Sarebbe subentrato, dal 2009, Michele Salvati. Ma una delle condizioni, per favorire il passaggio, che il nuovo Presidente aveva chiesto, era la garanzia di sponsorizzazioni per riuscire ad affrontare il successivo campionato. La Stamet non era così entusiasta ma aveva dato la disponibilità ancora per un anno". Bertot, che aveva fatto da sponsor negli anni precedenti, si era messo a disposizione, avvertendo: "ragazzi, sì, ma custa è l'ultima volta". La Stamet aveva quindi onorato le scadenze relative al finanziamento della stagione calcistica 2008-2009, pagando i 100mila euro in tre tranche: la prima volta con un bonifico di 25mila euro più Iva sulla Banca Popolare di Novara, poi con due assegni bancari incassati dalla Usd sul conto corrente della San Paolo. Tuttavia, nel frattempo, era aumentata l'esposizione debitoria della società verso la San Paolo. "Manavello – ha ricordato Tomasi Canovo, rispondendo alle domande del Pubblico Ministero Letizia Ferraris -aveva strutturato la gestione dando le sue credenziali personali per il castelletto, cioè la soglia fino alla quale la società poteva andare in rosso, e mi pare che non dovesse superare i 50mila euro". Soglia oltrepassata. La Banca, ad un certo punto, aveva fatto presente che la società aveva sforato. "Si era pensato si trasferire il debito a Salvati ma lui non era d'accordo – ha ricordato Tomasi Canovo -. E' stato Manavello a sanare la situazione debitoria, tramite gli sponsor, perché lui era subentrato patrimonialmente". Nell'aprile del 2009 era arrivata alla Stamet comunicazione circa la cessione del credito alla Banca Popolare di Novara. "Ma noi avevamo già effettuato i pagamenti, quindi non l'abbiamo presa in considerazione" ha fatto presente Marco Casareccio, amministratore dell'azienda felettese. Il processo è stato rinviato per sentire altri testimoni, tra cui Fabrizio Bertot.
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