Non si può dire che manchi la fantasia agli abitanti del tratto di Via Marconi rinominato Via Sandretto… Dopo mesi di cartelli e manifestini di protesta appiccicati a porte, muri, cancelli, ora sono passati alle lenzuola. Chi, domenica 7 giugno, si è recato all’inaugurazione del Polo Museale, non ha potuto fare ameno di notare, sparsi qua e là su balconi e finestre ma anche sagomati attorno agli alberi o… alle automobili, varie lenzuola dall’aspetto immacolato. Gli invitati non pontesi alla manifestazione si saranno chiesti incuriositi di cosa si trattasse senza però riuscire a trovare una spiegazione. Difficile immaginare che proprio quel giorno in così tante famiglie si fosse fatto il bucato e meno ancora che queste famiglie possedessero un così scarso senso dell’igiene da appoggiare la biancheria da letto ai parapetti ed ai davanzali, facendola penzolare contro il metallo delle ringhiere o contro l’intonaco dei muri invece di appenderla ai normali fili da stendere. Semmai qualche visitatore fantasioso avrebbe potuto ipotizzare un omaggio indiretto alla famiglia Sandretto, che annovera tra i suoi esponenti una delle maggiori esperte italiane dell’Arte Contemporanea: un’arte, com’è risaputo, che si esprime attraverso le forme più svariate.
protesta del lenzuolo
Il problema che non si è posto per i pontesi, i quali hanno sicuramente capito che si trovavano di fronte ad una nuova iniziativa dei protestatari ovvero di quanti avversano il cambio di nome da Via Marconi a Via Sandretto. Dopo l’ordine di rimuovere i manifestini, arrivato a tutti i residenti attraverso una lettera del sindaco, non poteva mancare un’iniziativa sostitutiva ed eccola. Le lenzuola bianche, utilizzate nel tempo per protestare in modo silenzioso contro amministrazioni corrotte, contro la criminalità mafiosa, contro i sequestri di persona, si sono trasformate in questo caso in uno strumento per reclamare il diritto dei cittadini ad esprimere liberamente le proprie opinioni. Ed ecco che la fantasia si è sbrigliata: c’è chi ha appeso le lenzuola ai balconi (magari affiancandovi la bandiera italiana o lo stemma di Pont) e chi le ha sagomate intorno al tronco di un albero del giardino, intorno al proprio furgoncino o alla propria auto. Il furgoncino era in sosta sulla strada e l’addobbo è stato fatto rimuovere; l’auto era stata invece parcheggiata nel cortile del proprietario, sia pure ben in vista subito dietro il cancello, e nessuno ha potuto contestargli alcunché. La coincidenza divertente è che questo è avvenuto proprio nel cortile della villa appartenuta in passato ad uno dei fratelli Sandretto. Il malumore degli abitanti si è sfogato in altri piccoli gesti di vendetta, come mettere in funzione attrezzi rumorosi proprio al momento dell’inaugurazione… Si sono anche lamentati perché la via era stata riempita di cartelli indicanti il divieto di sosta in quel pomeriggio ma la strada era piena di auto e non sono state rilevate multe.
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