Torna alla ribalta delle cronache il problema dei miasmi irrespirabili nella zona industriale che si sviluppa lungo strada Cebrosa, l’arteria che da Settimo conduce a Volpiano. A sollevarlo sono ancora una volta i tanti titolari delle aziende che operano nella zona, costretti ormai da anni a convivere con una situazione che si sta facendo via via sempre più insostenibile. Tutti insieme, tornano dunque a puntare il dito contro la Edileco, una delle tante aziende che operano in strada Cebrosa e che, tra le altre cose, si occupa di prelievo, trasporto e smaltimento di rifiuti assimilabili a quelli urbani, speciali pericolosi e non pericolosi, oltre che di spurgo di pozzi neri, disotturazione di collettori fognari e bonifiche di vasche e serbatoi Quindi, se da una parte c'è di che rallegrarsi per i risultati sulla qualità dell'aria emersi da una recente campagna di monitoraggio condotta dall’Agenzia Regionale per la Protezione dell'Ambiente, da un'altra c'è ben poco da sorridere, visto il perdurare di un disagio che, molto spesso, finisce col rendere impossibile la vita delle tantissime persone che ogni giorno lavorano nell'area. Un problema, questo, già oggetto di svariate segnalazioni ad Arpa, Asl, forze dell'ordine e amministrazione comunale. Qualche tempo fa, per di più, di concerto con alcuni dei residenti dell'area che si snoda alla periferia della città, era stata addirittura promossa una petizione finalizzata a sollecitare un intervento delle autorità competenti. I promotori dell'iniziativa misero tutto nero su bianco, puntando per la prima volta il dito contro la Edileco e sottolineando che "la loro attività sta rovinando la nostra salute rendendo l'aria irrespirabile". In seguito all’iniziativa, la situazione sembrò migliorare. Tuttavia, nel giro di appena due mesi, il problema tornò a riproporsi in modo ancora più marcato, tanto che, nell'ultimo anno, dalle varie aziende operative tra strada Cebrosa, è tornato a levarsi un coro di sdegno e protesta, condito da una lunga serie di segnalazioni alle autorità comnpetenti. L’ultima, in ordine di tempo, è datata 10 ottobre, ma ad oggi, al di là di qualche sopralluogo, non si registrano provvedimenti mirati a risolvere il problema. Proprio per questo, molti dei titolari delle aziende che operano nella zona, hanno deciso di tornare sul piede di guarra per invocare interventi concreti in tempi brevi. “Così non si può più andare avanti - spiegano in coro -. Da anni segnaliamo il problema e sappiamo per certo che Asl, Vigili e Arpa si sono attivati per rilevare la natura delle emissioni che ci stanno rendendo la vita impossibile. Ciò che vorremmo fosse chiaro e che qui non si respira più e al di là delle difficoltà che ovviamente si incontrano nel lavorare in tali condizioni, siamo seriamente preoccupati per lanostrasalute e per quella dei nostri dipendenti. Certi odori non sono normali e a questo punto non ci bastano le rassicurazioni, pretendiamo che il problema sia risolto una volta per tutte. Ci sembra di aver avuto fin troppa pazienza e di non chiedere nulla di particolarmente complesso”.
Commentiscrivi/Scopri i commenti
Condividi le tue opinioni su Giornale La Voce
Resta aggiornato, iscriviti alla nostra newsletter
...
Dentro la notiziaLa newsletter del giornale La Voce
LA VOCE DEL CANAVESE Reg. Tribunale di Torino n. 57 del 22/05/2007. Direttore responsabile: Liborio La Mattina. Proprietà LA VOCE SOCIETA’ COOPERATIVA. P.IVA 09594480015. Redazione: via Torino, 47 – 10034 – Chivasso (To). Tel. 0115367550 Cell. 3474431187
La società percepisce i contributi di cui al decreto legislativo 15 maggio 2017, n. 70 e della Legge Regione Piemonte n. 18 del 25/06/2008. Indicazione resa ai sensi della lettera f) del comma 2 dell’articolo 5 del medesimo decreto legislativo
Testi e foto qui pubblicati sono proprietà de LA VOCE DEL CANAVESE tutti i diritti sono riservati. L’utilizzo dei testi e delle foto on line è, senza autorizzazione scritta, vietato (legge 633/1941).
LA VOCE DEL CANAVESE ha aderito tramite la File (Federazione Italiana Liberi Editori) allo IAP – Istituto dell’Autodisciplina Pubblicitaria, accettando il Codice di Autodisciplina della Comunicazione Commerciale.