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RIVAROLO. Emergenza lavoro. Il Comune punta su sociale e agricoltura

Emergenza lavoro. Centinaia, anzi migliaia, di dipendenti di aziende a rischio in Canavese. E la politica cosa fa? E' la domanda che il consigliere di minoranza Renato Navone del gruppo "Rivarolo e Frazioni" ha voluto porre alla nuova Amministrazione Comunale rivarolese. "Mi aspetterei incontri con i sindacati, borse di studio, iniziative di questo genere" è andato all'attacco Navone, durante l'ultimo consiglio comunale, domandando per altro che fine ha fatto il progetto dell'incubatore di impresa annunciato in campagna elettorale (un progetto di start up, per il quale sarebbe erogabili fondi comunitari, in un'area da individuare, nella quale possano nascere e svilupparsi nuove imprese). "Si potrà partire con un piccolo incubatore ma il programma elettorale si articola in cinque anni, dovremo trovare fondi europei" ci va cauto il Sindaco Alberto Rostagno.

Nel frattempo, il sociale è il campo in cui l'Amministrazione ha cominciato a muoversi, lanciando già alcuni mesi fa, in collaborazione con la Caritas e con il consorzio dei servizi socio-assistenziali Ciss38, il progetto "Formare per Seminare e Raccogliere", che ha coinvolto una quarantina di persone, di cui venti ancora in attività. Dal 1° maggio hanno già ricevuto un piccolo contributo economico. "Obiettivo è formare una cooperativa affinché ciò che si coltiva sia venduto sul territorio" fa presente Rostagno, che intanto ben spera anche per la riqualificazione della ex Salp. La Boidi si sarebbe resa disponibile a considerare un progetto, contenuto in una tesi di laura di una giovane studentessa, e "sponsorizzato" dal Comune, secondo cui si potrebbe creare una sorta di villaggio a destinazione sociale, tra alloggi ed attività.

Amarezza e malinconia nel commento di Martino Zucco Chinà della lista Riparolium, sulle generali difficoltà di questo periodo. "L'emergenza lavoro, ahimè, non è un luogo comune. Invidio – ha commentato – la preveggenza dei costitutori che non si persero in suggestioni semantiche ma impostarono il sistema democratico sul lavoro. Sarebbe demenziale fare guerra su questo tema. Una volta bastava aver voglia, ed il lavoro si trovava. Oggi persone competenti restano a casa, a 50 anni, e non riescono più a reinserirsi. La situazione si è ribaltata".

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