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CANAVESE. Maltempo, chiesto lo stato di calamità

CANAVESE. Maltempo, chiesto lo stato di calamità

Fabrizio Galliati

Forti temporali, grandine, raffiche di vento e, in montagna, la neve. Venerdì scorso l'annunciata perturbazione proveniente dalla Francia ha provocato sul Piemonte un calo delle temperature di oltre 10 gradi. Ha nevicato al Sestriere e la statale del Moncenisio è stata chiusa a causa della forte nevicata in atto. Chiuso ai mezzi pesanti, per lo stesso motivo, anche il passo del Sempione nel Verbano. Una cinquantina gli interventi dei vigili del fuoco nel Torinese. Dichiarate inagibili due scuole, a Lanzo e all’Arduino di Ivrea, per il vento che ha causato danni al tetto. A Banchette il forte vento ha sradicato la copertura del bocciodromo La Confederazione Italiana Agricoltori di Torino ha già annunciao che chiederà lo stato di calamità. A Caluso e Foglizzo la metà dei raccolti di grano, orzo e maggengo è stata devastata così come il 30% delle coltivazioni di mais. “In questa stagione – spiega Fabrizio Galliati, presidente di Coldiretti Torino – la grandine è la calamità più temuta dagli agricoltori perché provoca danni irreparabili alle coltivazioni, vanificando il lavoro di un intero anno, con effetti economici ed occupazionali. Danni rilevanti si segnalano nel Canavese, in tutta la parte pedemontana – da Ciriè in avanti, Mathi, Nole, Lanzo, Balangero, Germagnano, Viù e la montagna di Corio –  dove la grandine depositata ha raggiunto i venti centimetri di altezza, con punte di trenta centimetri a Balangero e Lanzo. Nel Rivarolese si registrano danni a macchia di leopardo: cellule violente, ma molto limitate, hanno scaricato grandine, nella maggior parte mista ad acqua. Grandinate significative sono segnalate sulla direttrice San Benigno-Foglizzo, nella zona dell’eporediese e nelle zone montane, quali Valprato e Locana. Nella cintura torinese, forti grandinate si segnalano a Caselle e Leinì». Michele Mellano, direttore di Coldiretti Torino aggiunge: «Sono in corso gli accertamenti per verificare se esistono le condizioni per la dichiarazione dello stato di calamità con il raccolto di molte aziende che è stato in gran parte o totalmente compromesso. La nuova perturbazione dopo il grande caldo conferma i cambiamenti climatici in atto che si manifestano proprio con la più elevata frequenza di eventi estremi con sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi e intense con vere e proprie bombe d’acqua».  
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