“La porta per voi è chiusa”. Una frase secca, cruda, quella proferita nei giorni scorsi da don Vincenzo Marino, parroco della San Lorenzo di Altessano, e rivolta ai genitori degli 80 scout del gruppo “Venaria Reale 1” e agli 8 capi scout che li gestiscono da cinque anni a questa parte. Con il mese di settembre, periodo in cui si svolgeranno le vacanze dei “Branco” e dei “Reparto” - vale a dire i gruppi fra gli 8 e i 12 anni e fra i 13 ed i 16 anni - finirà il sogno di ragazzi e genitori, che 5 anni fa, quando ancora la parrocchia era gestita da don Leo Colcera, avevano fatto di tutto per portare alla San Lorenzo lo scoutismo, una delle più grandi ed importanti organizzazioni di “educazione non formale” a livello mondiale e che qui in Italia è sotto l'egida dell'Agesci (Associazione Guide e Scout Cattolici Italiani). Che i rapporti fra gli animatori scout e il duo composto da don Vincenzo Marino e don Danilo Piras fossero tesi da tempo è un fatto noto, ma nessuno avrebbe immaginato si potesse arrivare a tanto. Perché cacciare via da una parrocchia e da un oratorio 84 persone è un fatto che ha dell'incredibile, specie se la parrocchia in oggetto è da sempre a vocazione salesiana, con il verbo di Don Bosco, “l'amico dei giovani”. Il motivo che ha portato alla separazione è espressamente uno, vale a dire un maggiore coinvolgimento nella vita della parrocchia da parte di ragazzi e “capi” e con loro anche dei genitori. Un coinvolgimento che potrebbe spaziare dall'animazione della Santa Messa alla vita d'oratorio, alla presenza alle feste di comunità e in altre occasioni “importanti”. Ma soprattutto aiutare maggiormente gli animatori dell'oratorio, cosa che secondo i don non è mai accaduta, specie nei campi estivi. “Se non si condivide un percorso insieme è meglio lasciare perdere. Perché non è logico prendersi in giro”, ha spiegato il don ai genitori durante una riunione dai toni piuttosto accesi la scorsa settimana. Una risposta che non è piaciuta né ai genitori né ai capi scout dei gruppi “Branco”, “Reparto” e “Clan” (questi ultimi che raggruppano i ragazzi fra i 16 ed i 21 anni, ndr). I genitori contestano don Vincenzo perché reputano lo scoutismo “un modo certo e sicuro per avere i figli controllati ed educati con sani principi. E invece qui si decide di sbattere fuori da una chiesa e lasciare in mezzo ad una strada 80 ragazzi. Il tutto senza una motivazione concreta e logica. E con un provvedimento del genere si allontanano anche i genitori dalla vita comunitaria”. Dall'altra gli scout, che hanno precisato come il calendario annuale per i diversi gruppi “venga redatto ad ottobre, mentre quello parrocchiale a giugno. Una discrepanza di mesi che ci porta a non poter cercare di far collimare le diverse attività, anche se noi ci siamo detti pronti a sederci attorno ad un tavolo e a fare una programmazione pluriennale proprio per cercare di venire incontro alle loro istanze. Ma a quanto pare non è bastato. Bisogna specificare come l'attività degli scout è programmata con accuratezza dopo decine di riunioni anche a livello provinciale e regionale. Ma i ragazzi in questi 5 anni, anche se in giro, hanno sempre partecipato alle Messe, magari non qui perché impegnati nelle nostre attività, ma nei luoghi dove ci trovavamo. Perché i valori cristiani sono per noi fondamentali”. La questione ora finirà in Curia, dove i genitori dei ragazzi hanno chiesto un incontro a breve giro di posta, anche perché il Consiglio Pastorale sapeva delle tensioni ma era ignaro dell'amara conclusione di questa vicenda. Nel frattempo si cercherà una nuova sede per gli scout della Reale. E da questo punto di vista, il Comune pare voglia dare una grossa mano. Perchè fare andare via da Venaria gli scout sarebbe davvero un grosso errore.
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