No! Purtroppo non era un “pesce”! Tutto vero. Lo scorso primo di aprile, i consiglieri nominati dai partiti e risultati eletti alle elezioni del 13 ottobre 2014 hanno approvato all’unanimità lo statuto della nuova Città Metropolitana che ha preso il posto della Provincia di Torino. "Un voto - ha detto il sindaco di Torino Fassino - che corona un percorso democratico e partecipativo". Democratico? Partecipativo....? “Beato lui che evidentemente ci crede - sottolineano i consiglieri comunali di minoranza a Ivrea - e che, se non altro, ha dedicato 11 serate di impegno personale negli incontri organizzati in altrettante Aree Omogenee tra cui quella dell’Eporediese che ricalca, pari pari, il Territorio dell’Anfiteatro Morenico di Ivrea, dotate, come affermerebbe lo Statuto, di poteri e di organi...”. Epperò ... Perchè c’è sempre un però. Si da il caso che, avvenuta l’approvazione da parte del Consiglio della Citta Metropolitana, lo Statuto sia stato sottoposto alla Conferenza Metropolitana dei Sindaci per l'approvazione finale, convocata appositamente il 14 aprile scorso. “Con grande disappunto constatiamo che questo significativo passaggio non ha certo espresso propriamente quelle qualità di percorso democratico e partecipativo cui ha fatto riferimento il Sindaco Fassino - inforcano Alberto Tognoli, Francesco Comotto, Pierre Blasotta, Tommaso Gilardini, Diego Borla e Elvio Gambone - Fatto ancora più grave, il Sindaco di Ivrea, come probabilmente altri sindaci, si è recato alla Conferenza metropolitana dei sindaci senza avere ritenuto opportuno, se non addirittura indispensabile, promuovere, prima, un dibattito nel Consiglio Comunale di Ivrea...”. E le minoranze ritenevano invece che la scelta di voto, in nome dei cittadini di Ivrea, dovesse scaturire proprio dalla sintesi di un dibattito e di una indicazione di voto del Consiglio Comunale. Ritenevano che sarebbe stato opportuno, oltre che “democratico e partecipativo”, far sì che il Consiglio Comunale esprimesse una adeguata valutazione sul percorso di un nuovo Ente che si sostiene venga istituito appositamente per offrire ai Cittadini “opportunità di sviluppo e di progresso”. Poveri illusi... Avevano anche chiesto la convocazione di un consiglio alla Presidente Elisabetta Ballurio. Ma niente. Solo un assordante silenzio... “Consideriamo - dicono ancora - l’accaduto come una grave limitazione al percorso democratico, un pericoloso segnale di decadimento della funzione stessa del Consiglio Comunale. Questo è il tempo dei sindaci podestà. Dov’è la democrazia?”. E meno male che se ne sono accorti... Chapeau!
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